lunedì 30 agosto 2010

There is a fountain inside you

Don't look for it outside yourself.
You are the source of milk. Don't milk others!

There is a milk fountain inside you.
Don't walk around with an empty bucket.

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Non cercarla fuori di te.
Sei una sorgente di latte. Non spremere gli altri

C'è una fontana di latte dentro di te.
Non andartene in giro con un secchio vuoto.

(Jelaluddin Balkhi, 1207-1273)

martedì 24 agosto 2010

Sentieri

ci sono quelli lineari, che partono da un punto e ci conducono a una destinazione certa.

there are straight paths that start from somewhere and lead us to an appointed destination.





ci sono quelli che vanno curvi dove meno te lo aspetti.

there are winding ones that take us to places we could never guess.






ci sono quelli che ti mettono dinnanzi a una scelta.

there are some that confront us with a choice.






quelli che finiscono a un certo punto e dove non potrai che fermarti per ripartire in seguito.

those that end there, where we can not help but stop in order to start again later on.




ci sono quelli che ti spingono ad andare oltre...

there are some that invite us to go beyond...






e ci sono quelli che percorriamo in altre dimensioni.

and there are those we tread on in other dimensions.

abbraccio d'albero

how long since last time you were hugging a tree?

quanto tempo dall'ultima volta che avete abbracciato un albero?

domenica 15 agosto 2010

Le trapunte fiorite di Christopher Lloyd

Visiting the gardens at Great Dixter early in May, this year, has been a privilege and a major event in my garden wanderings.

First feature that struck me in the gardens were the flower beds where annuals, perennials, bulbs and shrubs all thrive together skillfully arranged and yet so natural looking.

I'm not sure whether it was the time of the year, finally coming out of a harsh winter, or the friend I was visiting the gardens with, her keen vision in matter of layered plantings, or just me because I was in England and visiting a world renowned garden I had long heard about and wished for, it is a fact that these beds had a mesmerizing quality to themselves.

For one thing, I've never been so fond of tulips, they remind me of monotonous city centre flower-beds or container plantings and the barren ground you usually find beneath them, but - oh, my! - these ones were in such good company here.

Colours, shapes, textures of flowers, buds and leaves, everything contributes to the success of the final outlook. The plantings are neither too thick nor too sparse, and plants are thriving.

I guess what really hooked me here, apart from the subtleties of colour schemes and the overwhelming vastness of plant varieties, is this achieved balance between tamed and wild. I mean, I'm perfectly conscious of the effort of achieving and keeping such balance and the incessant labour that goes into it, but, honestly, you keep forgetting about it while wandering around and it all seems accomplished so effortlessly.

Everything looks so gracefully established - and it is! - that you just can't imagine all the human sweat behind it.

Another astonishing feature of these beds is the wide range of colour schemes and combinations that you may find.

In Christopher Lloydd's own words "I have no segregated colour schemes. In fact I take it as a challenge to combine every sort of colour effectively. I have a constant awareness of colour and of what I am doing, but if I think a yellow candelabrum of mullein will look good rising from the middle of a quilt of pink phlox, I'll put it there - or let it put itself there. Many plants in this garden are self-sown and they often provide me with excellent ideas. But I do also have some of my own!" Of which, we are left with no doubts! :-)

Visitare i giardini di Great Dixter quest'anno a maggio, è stata un'esperienza incredibile e molto importante nei miei vagabondaggi di giardiniere.

La prima caratteristica di questi giardini ad aver colpito la mia attenzione sono state le aiuole fiorite dove specie stagionali, perenni, bulbi e arbusti crescono insieme rigogliose sistemate con un'arte così sapiente e raffinata da apparire naturale e quasi casuale.

Non so a che cosa fosse dovuto, se al periodo dell'anno - un inizio di primavera dopo un inverno lungo e freddo; all'amica con cui stavo visitando i giardini - ha un istinto infallibile per la sistemazione delle piante in strati vegetazionali; o semplicemente perché mi trovavo in Inghilterra e stavo visitando un giardino rinomato in tutto il mondo e a lungo... sospirato!; sta di fatto che queste aiuole hanno una qualità tutta loro da essere quasi ipnotiche!

Di sicuro non sono mai stato un appassionato di tulipani, mi ricordano di quelle aiuole da paesino di provincia o di quei vasi in plastica con tutta la terra nuda che si scorge in mezzo alle piante isolate, ma qui è tutta un'altra filosofia. Qui le piante stanno in compagnia!

Colori, forme, consistenza di fiori, foglie e gemme, tutto contribuisce all'effetto finale dell'insieme. Le piantumazioni non sono né troppo fitte, né troppo rade e le piante crescono rigogliose.

Sento che quello che più mi affascina nella sistemazione di queste aiuole, al di là delle sottigliezze negli schemi di colore e della abbondanza delle varietà impiegate, è il conseguimento di questo equilibrio fra il coltivato e il selvatico. Voglio dire, sono perfettamente consapevole dello sforzo necessario per raggiungere e mantenere questo precario equilibrio e del lavoro continuo che bisogna prodigargli, epppure qui, girando per il giardino te ne dimentichi continuamente da quanto tutto sembra così naturale e raggiunto senza fatica.

Tutto appare così aggraziato e naturalmente al suo posto, come se non potrebbe essere diversamente, che davvero non riesci a figurarti il sudore e la fatica che ci stanno dietro.

Un'altra caratteristica che colpisce di queste aiuole è la grande varietà di schemi e combinazioni di colori in cui ti imbatti mano a mano che procedi.

Nelle parole di Christopher Lloyd in persona: "Non ho schemi fissi di colore. Infatti per me è una piacevole sfida quella di combinare
in maniere efficaci ogni sorta di colori. Sono costantemente consapevole del colore e di quello che sto facendo, ma se penso che un candelabro di tasso barbasso starà bene uscendo dal bel mezzo di un letto rosa di flox, ce la piazzo lì - o lascio che vi cresca spontaneamente. Molte piante in questo giardino si autodisseminano e così facendo mi suggeriscono delle idee fantastiche. Ma anche a me non mancano!" e certo di questo non abbiamo dubbi!

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Allora, rimbocchiamoci le maniche! questa è la stagione per piantare bulbi e rizomi che daranno fiori la porssima primavera. Il materiale occorrente? un po' di terra, sciolta, friabile e ricca di humus. Per le piante lasciamoci ispirare da queste combinazioni: tulipani violetti, allium e non ti scordar di me azzurri, i più sofisticati possono introdurre la scilla giacintoide nel gruppo. Altra proposta: tulipani purpurei, non ti scordar di me rosa e margherite rosse.

Giardini d'oltre Manica


...ho compiuto un pellegrinaggio nel Sussex e, se l'Inghilterra tutta quanta e' un po' la Terra Santa del giardinaggio, questa regione ne e' l'indiscusso santuario e Great Dixter - il giardino che abbiamo visitato - e', in questo momento, il sancta sanctorum di questo tempio. E' al tempo stesso un giardino e un enorme laboratorio a cielo aperto in cui tradizione, sperimentazione e innovazione vanno fianco a fianco con risultati che e' fantastico osservare.

Spero che presto anche anche nel nostro paese il giardinaggio non sara' piu' inteso
semplicemente come tagliare l'erba e mettere quattro begonie in
un'aiuola... e c'e' tanto da fare in questo senso, affinche' il giardino sia un luogo dove star bene con gli altri lavorando insieme (e non solo decespugliando! :-)...

(da una mail del 13 maggio alle mie colleghe F. e A.)


...I went on a pilgrimage to Sussex and i considered, if the whole of England is some kind of Holy Land for a gardener, this area is no doubt its sanctuary and Great Dixter - the garden I've been visiting - is nowadays the innermost shrine of this temple. It is at one time a garden and an immense open air research lab where tradition, experimentation and innovation go along hand in hand with results that is wonderful to witness.

I just hope that soon in Italy too gardening will not be confused with just lawns mowing and squeezing begonias in a flower bed... there's a lot to do towards this, so that gardening will be an occasion of well-being and working together (and not just about brush cutting! :-)...

(excerpt from a mail to my colleagues F. and A. on May 13th, 2010)

sabato 14 agosto 2010

un uomo cieco nel suo giardino

Joel Sternfeld, A Blind Man in his Garden, Homer, Alaska, July, 1984

now, what is it that we are looking for in our gardens? or... "in nature"? what is it that we expect from them that is not already within ourselves? 

ora, che cosa cerchiamo nel nostro giardino? o nella... "natura"? che cosa pretendiamo da loro che non sia già dentro di noi?

welcoming people and wildlife alike









Now, would you guess this was shot in central London within striking distance of St. Pancras Station? well, that's exactly the spot! Camley Street Natural Park lies in the middle of King's Cross. Born on the site of a coal yard back in 1984, it is listed today as one Local Nature Reserve.

Visiting there this year in May I was delighted by walking through an undergrowth of cow parsley in the wood and realizing what can be done to reintroduce nature in our towns and welcome people and wildlife alike a in public park.


Chi lo direbbe che ho scattato questa foto in piena città a Londra a uno sputo dalla Stazione di St Pancras? eppure, sta proprio lì. Il Camley Street Natural Park si trova nel bel mezzo di King's Cross. Nato sui resti di un deposito di carbone nel 1984, è oggi inserito fra le Riserve Naturali Locali della metropli.

Ho visitato questo giardino a maggio quest'anno e ho provato il piacere di camminare in un sottobosco di cerfoglio selvatico e toccare con mano quanto è possibile fare per reintrodurre la natura nelle nostre città e invitare in un giardino pubblico allo stesso modo la gente e la flora e la fauna selvatiche.

sabato 7 agosto 2010

Freschi di stagione

una mattina in compagnia di un collega a potare siepi e cespugli. e abbiamo costatato che perfino una siepe fatta esclusivamente di lauro di Trebisonda può ospitare graditi intrusi... così abbiamo raccolto un mazzo di linaiola e vitalba e salvato dal mucchio qualche rametto fiorito di veigelia.

di rientro al nostro capannone li ho messi a bagno in una ciotola di acqua fresca e, circondato di foglie e di fiori, come un improvvisato maestro fiorista nella sua bottega ho preparato queste composizioni per offrire ai miei colleghi il mio punto di vista. per condividere con loro una mia visione della bellezza. le erbacce si conquistano il posto d'onore.

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Vita Sackville West amava testare le combinazioni per le sue celebri bordure accostando fiori e foglie recisi in un solo mazzetto. allora, vi invito a lasciare le tastiere dei computer e raggiungere la prima aiuola a tiro, soprattutto se vivete in città. osservate i fiori e le erbe che vi crescono spontaneamente. raccogliete i più simpatici, quelli che vi conquistano con la loro forma e i loro colori e la loro sottile fragranza. ringraziate e fate il vostro bouquet.


one morning out with a colleague of mine cutting hedges and shrubs, we realized how many welcome plant guests a hedge, even one of only cherry laurel, can hold. so we saved from the lot some weigelia blooming twigs and a bunch of flaxweed and evergreen clematis.

as we got back to our warehouse, I put them in a bowl of cool water, and right then and there, like an extemporary master of flowers in his shop, I arranged them in two bowls and a glass to show my colleagues my point of view. to share with them a vision of beauty. weeds rising to the top.

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Vita Sackville West used to try out the combination of plants for her world renowned borders by putting together in a single bunch twigs of different plants with other plants' blooms and buds. so i invite you to just quit your desk and reach for the closest green spot, mostly if you live in a town. get a closer look to the flowers and grasses that naturally grow there, harvest those that look nicer and most appealing to you for their shape, colour and subtle fragrance. find a way to express your gratitude and arrange your bouquets.

giovedì 5 agosto 2010

Giardinieri con le ali

Che cos’è quella cosa che quando la fai ti fa sentire vivo? Vibrante di energie, presente, attento, gentile con te stesso e con gli altri? Eccola, è quella cosa lì che devi fare. Non importa che cosa sia. Il mondo ha bisogno di persone che si facciano vive.

Ecco che vedo l’ennesima pianta capitozzata inutilmente, quando si sarebbe potuto potarla ad arte e risparmiare un trauma a lei a me e al mondo. Questa volta però il responsabile del capolavoro è ancora lì, attorniato da una audience di comari, giovinastri e pensionati del posto che fanno il tifo per la potatura selvaggia. Dàgli addosso al tiglio! È un po’ come in uno sfogo di gruppo. "Eh, non se ne poteva più... Hai visto come era diventato grande? Dàgli una sistemata..." C’è un accanimento di gruppo contro chi non può difendersi.

Fermi tutti. Questa volta non lascerò passare la cosa, anche se è una pianta privata. Ciao, sei tu che stai potando? Che tecnica di potatura stai applicando? Sai che cos’è il taglio di ritorno? Silenzio. Gli astanti sbigottiti. Il ragazzo che era all’opera imbarazzato. Allora vado su qualcosa di meno tecnico e più semplice, intuitivo quasi. Che differenza c’è fra una potatura di contenimento e una potatura di diradamento? Silenzio attonito. Come se stessi chiedendo qualcosa che non ha nessuna attinenza col mestiere del ragazzo. Forse lui si stava solo dilettando in una carneficina dell’albero voluta dal suo gruppo. Accenna ad andarsene. Aspetta, posso insegnarti.

Quello che stavi tagliando è un tiglio. Hai mai visto le sue foglie che assomigliano a un cuore? Ti sei mai seduto una sera di tarda primavera sotto ai suoi fiori? Ti sei perduto nel suo profumo? Prima di iniziare a potare una pianta devi imparare a vederla. Non solo lei, il singolo soggetto che hai davanti, questo viene in un secondo momento. Devi imparare a vedere - attraverso di lei - l’intera Specie, l’intero gruppo a cui appartiene.

C’è un disegno generale a cui ogni albero si rifà e un disegno particolare per ogni specie, un portamento caratteristico che contraddistingue le une dalle altre, tanto che anche quando non hanno più le foglie in inverno e da una certa distanza possiamo distinguerle. Quindi arriva l’albero che hai davanti, che stai per potare. Qual è il modello a cui si ispira, la forma a cui tende? E come si è sviluppato invece e perché? Sta accanto ad altre piante, a un edificio? Dove è cresciuto? In un’aiuola, in un giardino, a bordo strada? Ha assunto una forma strana, particolare? Ha qualche ramo decisamente particolare? Nodoso, sinuoso, parallelo al terreno o al fusto principale? Che cosa mi dice di questa pianta la sua forma? Perché sto per potarla?

Entrare in relazione con una pianta e massimamente con un albero per potarlo non è imporgli la forma che voglio io, è accompagnarlo ad esprimere al meglio il carattere della specie a cui appartiene attraverso la forma particolare in cui è sviluppato.

C’è bisogno di studio per fare questo, c’è bisogno di pratica ed esperienza. E poi ci vogliono, ad accompagnare abilità tecnica e manuale, empatia e gusto. Occorrono, a volte, un paio di invisibili ali per avvicinarsi con deferenza e rispetto ai giganti silenziosi che hanno scelto di dividere con noi la loro vita. Ci vuole sensibilità ed estro, un affetto particolare per questi esseri che sostengono con la loro, la nostra vita.

Adesso hai capito? Toccare un albero richiede un’arte e una maestria che non si improvvisano. Non si pota un albero per noia, o per i soldi che eventualmente ne ricavi. Devi sentire che ti piace quello che stai facendo e che ogni gesto ha un senso, come ogni ramo che rimuovi, raccorci o lasci intatto.

Ma tu mi guardi, e non capisci...

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