Oggi qualcuno ha detto "chi corre perde l'ombra". Come a dire che perde qalcosa di essenziale di sé, ciò che ci rende umani fino in fondo...
Così ogni attività che ci richiede di fermarci e respirare e sentire come stiamo in questo momento e osservare quello che sta succedendo intorno e dentro di noi ci offre un'occasione per ritrovare il passo che ci appartiene e ritrovarci con gli strati più profondi di noi stessi.
Così è col giardinaggio, ti insegna la pazienza e la cura. Allora può capitare che volevi fare bella figura con gli amici e hai seminato il prato nuovo, ma l'erba non è cresciuta in tempo per il tuo party. Hai steso un prato a rotoli, era stupendo appena l'hai acquistato, ma ora della festa si è ammalato. Oppure hai il rimpianto perché quell'azalea era davvero spettacolare tutta in fiore, e adesso che hai gli invitati, fa l'effetto di una sala del cinema quando accendono le luci dopo l'ultimo spettacolo. Ecco, in giardino, niente e nessuno corre, sta a te accordarti al ritmo dei giorni che passano.
Così può capitare che una sera di primavera, dopo qualche ora, come tante, passata all'aperto a rinvasare, seminare, spostare; potare, eliminare, raccogliere; vagliare, bagnare, pacciamare ti ritrovi coi tralci lunghi di un caprifoglio che hai contenuto perché non invada il terrazzo dei tuoi vicini e intrecci una ghirlanda, guardi le ombre del tramonto e ti dici "è ora di rientrare".
giovedì 28 aprile 2011
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