giovedì 1 maggio 2014

Quando hai un sogno















Quando credi nelle potenzialità di un luogo e metti in moto la tua volontà e le tue energie per accompagnarlo a esprimere questa sua vocazione possono accadere miracoli!

Diversi anni fa, quando vidi per la prima volta quello che sarebbe diventato il mio giardino, consisteva essenzialmente di una selva di abeti di Natale sovracresciuti e vite canadese annodata su se stessa, ortiche, tante ortiche, una rosa – la "rosa di Santa Rita", e tanta esuberanza priva di un’idea fondante, di un progetto in grado di unificarne la sostanza. Fu amore a prima vista, avevo sempre sognato di occuparmi di un giardino abbandonato dove poter scoprire piccoli tesori fra le piante più invadenti. 

Nella strada, che scorre cinque piani più sotto, volli vedere il corso di un fiume e così espiantai gli abeti per mettere a dimora ontani e aceri campestri e un carpino. Crebbero pioppi e salici, spontaneamente. Volli un susino e dell'agazzino, per aggiungere un sapore di campagna. C’era una piccola spirea, poco più di un tralcio ed tuttora cresce florida, e scoprii in un cespo di emerocalli dei ranuncoli selvatici. Arrivarono poi i gigli di Sant'Antonio, i giaggioli, i narcisi, le phlox, l’aglio gigante, i muscari, il bosso e l’erba cipollina. Si aggiunsero i lupini e gli iris gialli di fiume. Fiorivano la lavanda, il mirto e il corbezzolo, lo scotano dalle foglie rosse e il nobile alloro. Mano a mano che si creava più ombra introdussi le digitali, la tiarella, il cuordimaria e le astilbe, la liriope, l’edera e le felci. E sono venuti a trovarci il merlo, lo scricciolo e il pettirosso. Cavolaie, falene, cavalette, api, bombi, effemeridi e coccinelle sono ospiti ricorrenti.

Oggi, a dieci anni da che ho iniziato a prendermene cura, il giardino si è assestato e assomiglia sempre più a quell’immagine intravista fra le rose e le ortiche il giorno della mia prima visita. Oggi in tanti mi chiedono come tutto questo sia potuto accadere in trenta metri quadri di terrazzo, nel cuore di una affollata città... Sorrido, e gli dico che è la storia di un giardino! fatta di vasi, un cumulo del compost, lombrichi e un sogno…

Ecco una serie di immagini, passate e recenti, che ripercorrono alcune di queste tappe... andare a ripescarle dal disco esterno mi ha fatto un certo effetto!

Nella parte più formale del giardino tre archi in una siepe incorniciano la vista su un terrazzo sottostante e i tetti di fronte. Il sedum nella ciotola al centro era appena una fogliolina quando me lo regalarono!

In questa immagine riconosco i colori freschi della primavera e... erba cipollina in primo piano, le foglie scure dell'Anemone Honorine Jobert contrastano con quelle variegate del mirto. Quindi, si intravvede la spiga bianca e blu di un lupino, affianco alle infiorescenze globose dell'Allium giganteum, un mazzo di foglie lanceolate di Hemerocallis fulva, bosso variegato e, sullo sfondo, Ulmus hollandica e l'iris giallo di fiume.

Un esercizio quasi grafico, la vegetazione di una rosa sarmentosa di cui ricevetti in dono una talea all'Orto Botanico di Brera crea un gioco d'ombre che fa da sfondo alla fioritura degli iris selvatici.

Giocando coi contenitori! col tempo sono andato via, via sostituendo tutti quelli di plastica con materiali più naturali e capaci di adattarsi nel tempo allo stile informale del giardino.

Una varietà di aquilegia dalla forma fin troppo elegante e ricercata in mezzo a piante dall'aspetto più domestico. Eppure si è rivelata assai rustica e, disseminandosi spontaneamente in giro, ha assunto dei colori più tenui, rosati e a me più graditi rispetto alla pianta originale... anche questa un dono da parte di un appassionato di bellezze esotiche!


 Io mi accontento anche del sedano in fiore!!! anzi, sono superfelice per la capacità dei suoi fiori di attirare degli impollinatori molto speciali! Sullo sfondo, l'infiorescenza della phlox, profumata, capace di riportarmi al giardino dei giardini, il giardino della mia infanzia.
 C'è anche un susino a rallegrare i primi giorni dopo l'inverno.
L'aspetto spontaneo che ricerco in sintonia con quanto avviene in natura...
L'eleganza del lupino, sullo sfondo di un scotano dalle foglie purpuree.
L'acero campestre distende al sole le prime foglioline...
Ed ecco un'altra varietà di aquilegia che invita a sognare!
Quando avete un sogno… coltivatelo!

E quando questo sogno sono un orto e un giardino, rivolgetevi fiduciosi a professionisti in grado di accompagnarvi nella definizione dei vostri desideri in armonia con le potenzialità del luogo di cui siete custodi. Contattatemi per maggiori informazioni sui miei servizi di consulenza, progettazione partecipata e realizzazione del vostro giardino.

venerdì 18 aprile 2014

Il frutto che possiamo diventare

E' quasi Pasqua, i fiori del melo cotogno, ancora in boccio fino a qualche giorno fa, si stanno lasciando andare per trasformarsi in altrettanti frutti. E noi? abbiamo ritrovato questa capacità di "lasciarci andare" alle proposte della vita e "trasformarci" anche noi? Siamo pronti ad abbandonare forme ormai vuote, abitudini che abbiamo imposto al nostro corpo, alla nostra anima e alla nostra mente nel tentativo di trattenere ciò che abbiamo conquistato, rimanere ciò che siamo diventati? Siamo pronti a lasciar cadere i petali e scoprire qual è il nostro frutto, il frutto che possiamo diventare?

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