Il mondo è il mondo che appare perché nell'apparire rimane ignoto. Preserva il suo silenzio, preserva la sua solitudine con l'apparire. L'orgia dei fragori e dei tumulti del mondo sono la barriera più sicura al segreto silenzio che è la veste della divinità del mondo. Tuttavia esso si nasconde perché possa essere ritrovato. Si nasconde nel lasciar cogliere la sua veste spazio-temporale. La sua inafferrabilità è il suo farsi afferrare in termini di spazio e di tempo che riguardano l'uomo piuttosto che il mondo.
(M. Scaligero)
venerdì 22 novembre 2013
Per una cultura del giardino
Giardino, cultura, cultura del giardino, agricoltura, biologia,
ecologia, bionomia, agronomia, economia, ecosofia, geosofia, filosofia,
geofilia, biofilia… e se ci accorgessimo di come sono collegati fra loro i temi
che tutte queste parole sottendono? Quando ci accorgeremo che la terra e la
vita, la casa e il giardino, sono un tutt’uno fra loro e con noi, quando
sperimenteremo che il nostro amore per loro è la migliore forma di governo,
discorso e saggezza, che possiamo esercitare nei loro e nei nostri confronti, ecco,
in quel momento saremo investiti da un calore, da una pietà, da un senso di
partecipazione che renderà conto di tutti gli affanni che abbiamo attraversato
come umanità. Tutto il nostro passato e il nostro futuro come umanità, il
nostro “affannarci sotto il sole”, troverà allora il suo senso, in un presente
in cui, da umani, ci assumeremo le nostre responsabilità anche nei confronti degli
altri regni della natura. Qualcuno... lo sta già facendo!
IL GIARDINO DEI PIANETI di Thomas Moore
In quel periodo esaltante e immaginativo che è
la cultura italiana del Quattrocento, una persona poteva osservare un guizzo di
luce in una roccia e riconoscervi il bagliore delle stelle catturata nella
materia, oppure poteva visitare un giardino molto elaborato e ritrovarvi
numerose aiuole, ciascuna delle quali dedicata a un pianeta. “Così in alto,
come in basso”, dicevano, sintetizzando l’antica Tavola di Smeraldo. L’idea era
quella di collegare il regno altamente spirituale delle stelle con la realtà
terra terra della nostra vita quotidiana – lo spirito e il corpo, attraverso l’anima.
Abbiamo bisogno di una comprensione più ampia, più radicata,
più poetica dell’ecologia che consiste, oltre che nella preservazione del
pianeta, nell'arricchimento della vita umana che si svolge su di esso. I
giardinieri del Rinascimento offrono degli spunti su come possiamo muovere i
primi passi verso una ecologia sistemica di stampo interplanetario.
In primo luogo
affermavano che l’anima ha molte e diverse esigenze quotidiane. Per descrivere
queste esigenze usavano le immagini tradizionali dei pianeti, ciascuno dei
quali rappresenta un insieme di emozioni e aspetti della vita quotidiana. Si
potrebbe volere un giardino per la semplice bellezza delle piante, degli alberi
e dei fiori – Venere. Si potrebbe essere alla ricerca di un luogo dove
conversare con un amico – Mercurio. Potrebbe essere necessario un piccolo
specchio d’acqua o una fontana per riflettere e fluire – la Luna. Un giardino
potrebbe essere il luogo ideale per un ricevimento – Giove. Potrebbe aiutare a
placare la rabbia – Marte. Potrebbe offrire radure assolate per un senso di
benessere – il Sole. E potrebbe esserci un angolino remoto e ombreggiato per
momenti di solitudine – Saturno.
Troppo spesso, forse, pensiamo all'ecologia in termini
puramente scientifici o rischiamo di essere coinvolti da un singolo aspetto
della natura alla volta. Ci sono quelli che amano esclusivamente lo spirito
selvatico di Diana e rifuggono dagli aspetti di più rifinita bellezza di fiori
recisi e giardini formali. Altri ancora onorano i cereali di Demetra, gli
ortaggi e l’agricoltura e mostrano una certa diffidenza per alberi da frutto
innestati, piante topiate e sistemazioni del terreno a terrazzamenti.
Vicino a dove abito, nel
New Hampshire, c’è un giardino magnifico, Rosaly’s Garden. Qui si può comprare direttamente prodotti
biologici coltivati sul posto, raccogliere fiori dalle più svariate aiuole e
trovare molte erbe familiari ed esotiche. Si può raccogliere piccoli frutti e
camminare tra i filari di cespugli e alberi e all’ombra dei pergolati. Si può sostare
a osservare le montagne all’orizzonte e addirittura montare un cavalletto per
passare il pomeriggio a dipingere quadri a olio e acquerelli. La gente ci viene
per acquistare il cibo, fare due passi, risolvere un problema di coppia o
prendere le distanze dallo stress della vita quotidiana. Un giardino è un luogo
dove lavorare sulla propria anima come si lavora sul terreno.
Un giardino è una porzione di terra coltivata, progettata per le molte e
diverse esigenze del corpo, dell’anima e dello spirito. In un certo senso, il
pianeta stesso è un giardino, ed è significativo che molte mitologie narrano di
come la vita umana inizia in un giardino. Nel profondo di noi stessi e in seno
alle nostre stesse origini siamo fatti per il giardino.
Una tendenza della
mitologia dell’era moderna è quella di gettare uno sguardo su un pezzo di terra
e scorgervi automaticamente una possibile fonte di produttività, resa e
profitto. Oppure vedervi un immenso laboratorio di ricerca e studi. Certo, ci
sono un dio dell’analisi e uno del mercato, ma ce ne sono molti altri che è rischioso
trascurare. L’ecologia è vicina all’arte tanto quanto lo è alla scienza, ed è
una pratica spirituale tanto quanto uno studio della natura. Si occupa di
creare un habitat culturale adeguato
tanto quanto di salvaguardare aree incontaminate. Si sviluppa e trova
applicazioni in città tanto quanto in campagna.
Un giardino sta alla natura selvaggia come le buone maniere
e la civiltà stanno alla legge del più forte. Viviamo in un’era pragmatica,
dove sia quelli che sfruttano la terra per le sue risorse che quanti aspirano a
una relazione più rispettosa con la natura vedono ovunque dei semplici dati.
Eppure, come dicevano i Neoplatonici del Rinascimento, coltivare bellezza e
grazia ci rende più umani e ci prepara a un impegno più riflessivo con il
mondo. Gli ecologisti potrebbero rendersi conto che prendersi cura della terra
richiede un cuore accurato che si coltiva appunto attraverso la bellezza, la
forma e i modi, così in un giardino come in una foresta.
In una delle sue
lettere, Marsilio Ficino, il capobanda dei filosofi maghi e degli artisti del
Quattrocento fiorentino, affermava che ci si può liberare dalle afflizioni e
dalle tenebre della vita bevendo del vino vellutato e puro. Prete vegetariano,
astrologo, si dice che fosse un moderato Epicureo e avesse una cantina piena di
vini. Temendo tuttavia di scandalizzare qualcuno, aggiungeva prontamente
“Ooops, forse mi sono spinto troppo in là… Onoro anche Cerere, spirito del
giardino, i suoi cavoli e le sue mele!”.
Molti dipinti dell’Annunciazione ritraggono Maria intenta a
leggere in un giardino quando appare l’angelo per annunciarle che è incinta del
divino. Questo grande mistero avviene in un hortus
conclusus, giardino simile a quello dei chiostri, formale e racchiuso da
mura tutt’intorno. Fuori nella natura scopriamo lo spirito pagano e necessario
degli elementi, acqua, terra, aria e piante. Ma nel giardino conchiuso
percepiamo la voce dell’angelo che annuncia il nostro destino. È un messaggio
di inestimabile valore che ci viene dato nel più prezioso dei luoghi, un
pezzetto di terra coltivata.
Infine, lasciate che richiami alla vostra memoria lo straordinario
dipinto di Botticelli noto come La
Primavera. È un grande dipinto che raffigura il giardino di Venere,
visitato dagli spiriti che gli ecologisti sono soliti onorare – i venti sonori,
le erbe verdeggianti e i fiori colorati. Ma nel dipinto c’è spazio anche per
tre divinità – Venere, Eros e Mercurio – e tre grazie – a volte identificate
come Bellezza, Piacere e Moderazione. Questo dipinto, dalla comunità dei
platonici fiorentini, potrebbe essere il manifesto degli ecologisti. Offre una
definizione visiva dell’ecologia, un ritrovo dei multiformi spiriti della
bellezza e della grazia. Noi pure potremmo coltivare questo giardino di bellezza
e grazia intorno alle nostre case, sul pianeta e dentro noi stessi. In questo
modo avremo una ecologia con anima.
Etichette:
biofilia,
bionomia,
cultura del giardino,
deep ecology,
ecologia profonda,
ecosofia,
ecosophy,
geofilia,
geosofia,
geosophy,
giardino
giovedì 24 ottobre 2013
LA VIA DEL GIARDINO è un approccio consapevole al giardinaggio, è un sistema di metodi e pratiche volto a scoprire e sperimentare le corrispondenze che esistono fra le diverse fasi progettuali e operazioni colturali alle quali ci dedichiamo per la creazione e la cura del giardino e la nostra vita personale.
L’intero processo, che può consistere sia di una singola sessione di consulenza che di una serie di sessioni, è volto al riconoscimento e al potenziamento delle risorse del luogo – sia esso una fioriera, un balcone, un terrazzo, un giardino o un appezzamento a orto e un frutteto – e di chi se ne prende cura – neofita alle prime armi o giardiniere appassionato alla ricerca di ampliare le sue conoscenze.
LA VIA DEL GIARDINO accompagna singoli individui e gruppi in percorsi di crescita personale attraverso attività mirate di formazione, progettazione e realizzazione partecipata del proprio giardino. Le competenze e gli strumenti acquisiti nel corso di questi incontri consentono ai partecipanti di istaurare un rapporto più autentico e diretto con il proprio giardino. Giardino che imparano a riconoscere come un sistema organico e vivente costituito da terra, piante e animali in costante interazione fra loro e con l’intenzione umana che sottende la creazione del giardino stesso.
I metodi proposti da LA VIA DEL GIARDINO per promuovere la fertilità del terreno, la crescita e lo sviluppo delle piante e l’insediarsi di una microfauna e avifauna salutari per l’intero sistema-giardino sono quelli propri del giardinaggio naturale, in armonia con i cicli stagionali dell’anno e le caratteristiche proprie del territorio in cui si opera.
A proporre LA VIA DEL GIARDINO è Sergio Dimartino, laureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Milano e specializzato con un master in Progettazione, Realizzazione e Manutenzione di Parchi e Giardini presso la Fondazione Minoprio di Vertemate con Minoprio. Alla sua esperienza più che decennale in qualità di tecnico del verde presso una cooperativa sociale di inserimento lavorativo, Sergio affianca oggi le capacità acquisite in un percorso di formazione al counselling presso la Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica di Firenze.
LA VIA DEL GIARDINO è l'espressione di un sogno, quello di una società in cui le persone tornino a sperimentare una interazione diretta e partecipe con il mondo del vivente che sola può consentire a cultura e natura di tornare a intrecciarsi in una relazione vivificante e proficua per entrambi.
Abbiamo una visione da queste parti…
cambiare il mondo, un giardino alla volta!
cambiare il mondo, un giardino alla volta!
Per tutte le ulteriori informazioni siete benvenuti e benvenute:
www.sergiodimartino.it
www.sergiodimartino.it
martedì 30 luglio 2013
Un passo alla volta
Siamo esseri molteplici
che partecipano di più dimensioni contemporaneamente. Siamo capaci di provare
sensazioni, emozioni, pensieri e intuizioni quali veri e propri campi della
nostra esperienza quotidiana. Ciascuno di questi “campi” o piani della nostra
esistenza ha l’estensione e la complessità di un intero mondo e noi possiamo
navigare dall’uno all’altro di questi piani esistenziali secondo le nostre
capacità, il nostro piacere e le nostre esigenze.
Troppo spesso tuttavia ci accade di sovrapporre questi piani
e mischiarli fra loro in una confusione che impaccia il nostro incedere nella
vita.
Allora possiamo fermarci, prenderci uno spazio e un tempo
per noi e rintracciare il sottile filo che si dipana fra questi piani e la
nostra stessa vita. Possiamo farlo entrando in contatto con il battito del
nostro cuore e il fluire del nostro respiro. Quali sensazioni sto provando in
questo momento attraverso il tatto, l’olfatto, la vista, il gusto, l’udito? Le
porte dei sensi sono sempre aperte e ci comunicano qualcosa del mondo intorno a
noi. Quali emozioni sto provando? La nostra sfera emotiva è costantemente sollecitata
da sensazioni e pensieri, da desideri e immaginazioni, che cosa ci sta
comunicando in questo momento, in questo periodo del mondo dentro di noi? Quali
pensieri stanno attraversando la mia mente? riesco a coglierli e osservarli
come fossero ospiti di passaggio in seno alla mia mente, li accolgo, li ascolto
e li lascio andare. E quali intuizioni sono in grado di cogliere in questo momento
sulle motivazioni che alimentano le mie scelte, il perno intorno al quale oggi ruota
la mia vita?
Ecco, siamo esseri multidimensionali che partecipano di più
mondi contemporaneamente, quelli delle nostre sensazioni, emozioni, pensieri e
intuizioni. Alleniamoci a scoprire come funzioniamo in ciascuno di questi mondi
– al livello fisico, emotivo, mentale e spirituale; alleniamoci a percepire il
modo in cui entriamo e usciamo da queste sfere e come le abitiamo
contemporaneamente. Come esse si compenetrano e ci compenetrano
vicendevolmente.
mercoledì 26 giugno 2013
Il paesaggio dentro e fuori di noi
è un momento dell’anno questo in cui sembra che il tempo sia
sospeso, la natura ha dispiegato il massimo delle sue energie – la terra si è
come aperta per mettere a disposizione i suoi minerali, immagazzinati
nell’autunno precedente e rielaborati nel cuore dell’inverno, a tutti gli
esseri viventi, i vegetali in primis; le piante hanno dispiegato al sole i loro
tessuti fogliari, sono fiorite e in molti casi hanno portato frutti già o li
stanno sottoponendo alla lenta azione di cottura del sole estivo; gli animali
si sono risvegliati pienamente, si sono ritrovati nel mondo attivo di
primavera, rinnovando tane e nidi, si sono accoppiati e in molti casi si stanno
prendendo cura della loro prole.
E noi umani? Dopo la spinta propulsiva di Aries che ci ha
gettato nel ciclo del nuovo anno astrologico, ci siamo dati da fare per
avvivare i nostri nuovi progetti; con Taurus abbiamo gettato le fondamenta per
la manifestazione di questi intenti; abbiamo quindi assistito al dispiegarsi
dei collegamenti intessuti da Gemini per ancorare i nostri progetti a persone e
luoghi i più disparati; ora, in corrispondenza dell’ingresso del Sole in Cancro
possiamo lasciarci andare al caldo abbraccio della materia. Tutto intorno a noi
ha raggiunto un apice di manifestazione, il Sole, al culmine del suo tragitto
in cielo, illumina il mondo in cui siamo immersi. Entriamo in questo mondo
nella misura in cui esso penetra in noi, siamo una cosa sola col mondo fuori di
noi.
lunedì 20 maggio 2013
Fiori nella ruota dell'anno
Ah! quante fioriture ho lasciato correre dopo l'amato osmanto che segna l'equilibrio fra i mondi, si sono succeduti per ordine: i crisantemi, quando il giro dell'anno volge nella sua parte più buia; l'elleboro, quando il carro dell'anno inizia la sua risalita; il calicanto d'inverno, quando l'aria si arricchisce nuovamente di luce; la squillante forsizia, che preannuncia l'arrivo sicuro di una nuova primavera; e la rosa, naturalmente, che segna la pienezza della primavera. Un fiore, dunque, per ogni festa dell'anno che è passata senza scrivere nulla fra queste pagine. Ce ne saranno altri, la ruota dell'anno gira paziente e generosa, sicura del suo ritmo; al suo passo costante possiamo accordare il nostro - e scoprire il nostro ritmo in accordo con quello della terra.
E allora, per riconnetterci, usciamo a camminare questa sera. Il sambuco rende l'aria frizzante, in questi giorni, e l'acacia più dolce. Con un po' di fortuna incontreremo anche caprifoglio e sarà facile lasciarci stordire dalla sua fragranza. Così, appagati nei sensi, possiamo fare ritorno a noi, al nostro centro, seguendo il filo delle nostre intenzioni.
Osservare un fiore spontaneo, coglierne la fragranza, soffermarsi sul "gesto" che imprime nello spazio che lo circonda sono azioni gratuite, prive di un fine utilitaristico a breve e immediato termine. Sono atti rivoluzionari, a ben vedere. Momenti sempre a nostra disposizione che, tuttavia, spesso trascuriamo per distrazione e automatismi impressi nel nostro corpo di abitudini e che possiamo invece scegliere di regalarci, intenzionalmente. Si tratta di atti percettivi e contemplativi in cui interrompiamo momentaneamente il flusso dei nostri pensieri-emozioni-sensazioni-desideri semicoscienti e focalizziamo la nostra percezione e attenzione sul mondo là fuori. Allora ci allineiamo col flusso naturale delle cose, scopriamo il loro ritmo... tastiamo il polso dell'universo.
O I have seen so many flowers blooming since my previous post about beloved Osmanthus at that time of the year when light and dark are so gracefully balanced: there were chrysanthemums, when the year sinks toward its darkest part; hellebore, when the chariot of the year starts its ascent; Winter Calycanthus, when the air is enriched with light again; ringing forsythia, which heralds the arrival of a new spring; and roses, of course, that mark the fullness of the new season. I remember thus a flower, blooming for every festival of the year since dear Osmanthus faded away. There will be more. The wheel of the year turns patient and generous, confident in its rhythm. To its steady pace we can tune in our own - and find a rythm that goes along with it.
So then, let's take a walk this evening to find our rhythm back. The black elder makes the air lemon sweet, these days, and the black locust even sweeter. Eventually we will also meet blooming honeysuckle that will leave us stunned by its fragrance. Thus, content in the senses, we can focus back to our own centre, following the thread of our intentions.
-------------------------------------------
Looking at a wild flower, breathing in its fragrance, trying to grasp its "gesture" - the way it transforms the space that's surrounding it - are free, spontaneous acts without a utilitarian purpose in the short and immediate term. They are revolutionary acts, if we stop to think about it. There could be so many of such free acts, moments in our everyday lives that we often neglect instead, sacrifice due to our constant distraction and rushful habits. These are perceptive and contemplative acts in which we momentarily interrupt the flow of our semiconscious thoughts-emotions-feelings-desires and focus our perception and attention to... the world out there. Thus we align ourselves with the natural flow of things, we discover a rhythm that's... hidden and manifest in the pulse of the universe.
E allora, per riconnetterci, usciamo a camminare questa sera. Il sambuco rende l'aria frizzante, in questi giorni, e l'acacia più dolce. Con un po' di fortuna incontreremo anche caprifoglio e sarà facile lasciarci stordire dalla sua fragranza. Così, appagati nei sensi, possiamo fare ritorno a noi, al nostro centro, seguendo il filo delle nostre intenzioni.
-------------------------------------------
Osservare un fiore spontaneo, coglierne la fragranza, soffermarsi sul "gesto" che imprime nello spazio che lo circonda sono azioni gratuite, prive di un fine utilitaristico a breve e immediato termine. Sono atti rivoluzionari, a ben vedere. Momenti sempre a nostra disposizione che, tuttavia, spesso trascuriamo per distrazione e automatismi impressi nel nostro corpo di abitudini e che possiamo invece scegliere di regalarci, intenzionalmente. Si tratta di atti percettivi e contemplativi in cui interrompiamo momentaneamente il flusso dei nostri pensieri-emozioni-sensazioni-desideri semicoscienti e focalizziamo la nostra percezione e attenzione sul mondo là fuori. Allora ci allineiamo col flusso naturale delle cose, scopriamo il loro ritmo... tastiamo il polso dell'universo.
O I have seen so many flowers blooming since my previous post about beloved Osmanthus at that time of the year when light and dark are so gracefully balanced: there were chrysanthemums, when the year sinks toward its darkest part; hellebore, when the chariot of the year starts its ascent; Winter Calycanthus, when the air is enriched with light again; ringing forsythia, which heralds the arrival of a new spring; and roses, of course, that mark the fullness of the new season. I remember thus a flower, blooming for every festival of the year since dear Osmanthus faded away. There will be more. The wheel of the year turns patient and generous, confident in its rhythm. To its steady pace we can tune in our own - and find a rythm that goes along with it.
So then, let's take a walk this evening to find our rhythm back. The black elder makes the air lemon sweet, these days, and the black locust even sweeter. Eventually we will also meet blooming honeysuckle that will leave us stunned by its fragrance. Thus, content in the senses, we can focus back to our own centre, following the thread of our intentions.
-------------------------------------------
Looking at a wild flower, breathing in its fragrance, trying to grasp its "gesture" - the way it transforms the space that's surrounding it - are free, spontaneous acts without a utilitarian purpose in the short and immediate term. They are revolutionary acts, if we stop to think about it. There could be so many of such free acts, moments in our everyday lives that we often neglect instead, sacrifice due to our constant distraction and rushful habits. These are perceptive and contemplative acts in which we momentarily interrupt the flow of our semiconscious thoughts-emotions-feelings-desires and focus our perception and attention to... the world out there. Thus we align ourselves with the natural flow of things, we discover a rhythm that's... hidden and manifest in the pulse of the universe.
Iscriviti a:
Post (Atom)