martedì 11 gennaio 2011

A caccia di forme nel giardino

Intorno agli edifici della Fondazione Le Madri a Rolo, Reggio Emilia, si estende un giardino che mi ha stregato dal primo momento in cui lo vidi, un anno fa, al buio, sotto un manto di neve.

Mi ero recato presso la Fondazione per seguire un corso sui cosmogrammi biodinamici ed ecco questo giardino fu l'introduzione pratica - e vivente - agli argomenti che avremmo esplorato in aula.

La forma, le forme del vivente e come si organizzano fra loro, come si inseriscono in un paesaggio, come danno vita a un intero paesaggio e in questo caso a un giardino.

Tutto è curvilineo, biomorfo. Il terreno, altrimenti piatto nella campagna circostante, è stato generosamente modellato qui per ricavare una superficie ricca di movimenti e dislivelli - ora più dolci, ora più accentuati - sempre in equilibrio fra loro e con i corpi d'acqua e le masse vegetali che ospitano.

I percorsi sono allegri e ricchi di sorprese, portano il visitatore alla scoperta del giardino accompagnandolo lungo corsi d'acqua e prati d'erba alta, per insinuarsi nel folto di un boschetto, riuscire in uno spazio aperto e montare quindi dolcemente su per una collinetta.

Anche un osservatore distratto rimarrebbe colpito poi dalla ricchezza e dalla varietà di alberi e arbusti, suffrutici e erbe presenti.

Le siepi hanno le forme più belle, e insolite, e tuttavia armoniche ed equilibrate, che ci si potrebbe aspettare a seconda delle diverse specie, bosso e ligustro soprattutto. Proprio come se il loro autore, il giardiniere, avesse interrogato loro, le piante, prima di metter mano a forbici e cesoie, e così l'accrescimento di un ramo in una direzione, un vuoto nell'altra, sono stati i punti di partenza, l'ispirazione per modellare le siepi secondo forme e linee di forza proprie di quella specie e particolarmente per quel soggetto lì, cresciuto in quelle determinate condizioni di esposizione, temperatura, umidità etc.

E ancora bei gruppi di crespino, rose rugose, giaggioli e ginestre, fra gli altri, disegnano altre siepi e aiuole a fare da sfondo alle fioriture dei prati. I margini delle aree a boschetto contano frangole, noccioli e cornioli.

Gli alberi appartengono anch’essi a numerose specie fra cui ricordo aceri, carpini, farnie, pioppi, betulle, persino alcuni abeti sul versante esposto a nord di una delle collinette, e alcuni susini da fiore. Per lo più vigorose e in ottima salute, soltanto più tardi avrei scoperto con mano che sono fatte oggetto di un trattamento di cura particolare attraverso l’applicazione di una pasta per tronchi per nutrirle e aumentarne le difese da eventuali parassiti che si annidano fra le fessure della corteccia.

Allo stesso modo l’architettura degli edifici esistenti è stata come ammorbidita e resa più organica dall’inserimento di linee curve e forme arrotondate.

Letture consigliate:

L'uomo, sintesi armonica delle attività creatrici universali - R. Steiner, Ed. Antroposofica

Il Giardino Biodinamico - P. Pistis, Ed. Logos

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