sovente trovo una più articolata bellezza - sotto forma di armonie e contrasti di colori e forme e consistenza di petali e foglie...
scopro una maggiore ricchezza - come numero e varietà di specie che si succedono nel tempo e nello spazio...
mi stupisco di un più raffinato e squisito piacere - derivante da accostamenti inaspettati e sorprendenti...
ecco, mi rendo conto di tutto questo fermento e avvicendarsi di vita in un terreno marginale, una scarpata, un'aiuola dimenticata in cui ci si limita a pochi sfalci d'erba all'anno, il minimo perché non si inselvatichisca del tutto, che nel più viziato e coccolato di quei giardini mantenuti in perfetto ordine per essere sempre presentabili, come se sempre dovesse arrivare la suocera da un momento all'altro!
ebbene, progettisti del verde, giardinieri e appassionati di piante, accorrete: venite a imparare la bellezza da un pezzo di terra che sia lasciato libero di esprimersi ogni tanto.
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allo stesso modo, scopro un calore e un guizzo di autenticità, la spontaneità di un sorriso, la sfrontatezza della verità e talora l'impagabile malinconia di uno sguardo in quanti si trovano a vivere, per scelta, ai margini della società. dis-adattati, conformi soltanto a se stessi, coraggiosi, gagliardi. con qualche spina sì, da stare attenti, ma che freschezza!
martedì 29 novembre 2011
domenica 13 novembre 2011
punti di vista
Davanti alla New Tate Gallery di Londra, sulle sponde del fiume Tamigi, hanno piantato un boschetto di betulle. Passavo di lì una sera di primavera di qualche anno fa quando vidi questa ragazza seduta lì al tramonto. Ho associato questa immagine all'intervista a un'antropologa che ha girato il mondo studiando popoli diversi da noi, popoli che vivono il mondo in maniera diversa da noi. A un certo punto dice...
"Gli chiedo di raccontarmi le loro storie, le fiabe che arricchiscono la loro vita. C'è spesso una strega, un principe e una bella ragazza - non sempre però finiscono, come da noi, con un matrimonio e vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni. In Laos, per esempio, la ragazza muore alla fine e si trasforma in un albero frondoso, per dire, o in un pesce. Un po' sono triste per la ragazza e gli dico - peccato, però, che la ragazza non sposi il suo principe...
Allora mi guardano stupiti - come, non capisci? si trasforma in un pesce tutto pieno di colori!
"Gli chiedo di raccontarmi le loro storie, le fiabe che arricchiscono la loro vita. C'è spesso una strega, un principe e una bella ragazza - non sempre però finiscono, come da noi, con un matrimonio e vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni. In Laos, per esempio, la ragazza muore alla fine e si trasforma in un albero frondoso, per dire, o in un pesce. Un po' sono triste per la ragazza e gli dico - peccato, però, che la ragazza non sposi il suo principe...
Allora mi guardano stupiti - come, non capisci? si trasforma in un pesce tutto pieno di colori!
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un pomeriggio di tarda estate, un giardino
Ci sono giardini che aspiriamo a visitare dal primo giorno in cui apprendiamo della loro esistenza. Si imprimono nella lista delle nostre aspirazioni turistico botaniche e lavorano di sottecchi, riapparendo nelle nostre letture, sugli schermi dei nostri computer e nella nostra mente, alcuni ce li sognamo anche! fino a quando non arrivano in cima e "dobbiamo" visitarli.
Il giardino di Piet Oudolf è in qualche misura uno di questi luoghi per me e a settembre quest'anno ho avuto l'occasione di recarmi a Hummelo per visitarlo. Immancabilmente laddove si crea una forte aspettativa è alto il rischio di delusioni. E in effetti mi aspettavo la perfezione. Sono contento di aver trovato un giardino.
La storia del giardino è ben documentata dal suo stesso autore che ne ha fatto un campo di prova, un laboratorio per sperimentare le soluzioni e le piante che via via andava testando per le sue creazioni, e anche un vivaio per un certo periodo, per allevare in proprio, verificare le caratteristiche, attitudini ed esigenze, di un'intera gamma di piante precedentemente poco usata all'interno dei giardini. In diversi dei suoi libri vediamo immagini del giardino appena piantato e via via più maturo.
Laddove inizialmente, nel grande parterre che costituisce il pezzo forte del giardino a sud dell'abitazione, un largo spazio era ancora lasciato a tappeto erboso e la "composizione" era cadenzata da totem di tasso topiati in forma di cilindri, e le "nuove perenni" - le specie che Oudolf ha portato alla ribalta in giardino e per le quali è giustamente famoso - facevano la loro comparsa rimanendo confinate sui bordi e affacciandosi, per così dire, al giardino spalleggiate dalle siepi perimetrali, oggi tutto lo spazio a disposizione è occupato da questa distesa di erbe che montano spumeggianti e si distendono, si ritirano e investono a ondate il visitatore nel tentativo di avvincerlo anche fisicamente e conquistarlo così alla loro esuberante e rustica bellezza.
Fa da contrappunto a questa zona la parte più prossima all'abitazione, in cui è il vuoto a farla da padrone. Un tappeto erboso occupa esesamente lo spazio accortamente suddiviso in senso diagonale da un vialetto in beole che ha per meta diverse formazioni "geometriche" molto ben definite di tasso e altre erbe dalla forte struttura.
Un tunnel di carpino e siepi di tasso suddividono ulteriomente lo spazio connettendo, introducendo, occultando le diverse parti del giardino accessibili da qui.
Alcuni alberi, un pero vetusto, danno slencio verticale alla composizione. Le "nuove perenni", in questo caso, sono rimaste entro i confini delle bordure, per quanto comincino a starci un po' strette. Sia qui che nel grande parterre, l'impressione è che ci sia bisogno di intervenire con un bel diradamento. E' illusorio pensare che esista un giardino, per quanto siano rustiche e ben adattate le piante che impiego, che non abbia bisogno di una certa manutenzione.
Diversa la situazione della zona a nord dell'abitazione dove un tempo si trovava il vivaio degli Oudolf è oggi ospita lo studio del paesaggista. Anche qui il giardino è definito da un sistema ben delineato di siepi e muri che fanno da quinte e schermi e offrono il giusto contenimento a un prato dal sapore spontaneo e ancora fresco di realizzazione. Oltre le siepi i campi e mandrie di placide frisone al pascolo.
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giovedì 3 novembre 2011
il giardino prateria di Piet Oudolf
Negli ultimi vent'anni Piet Oudolf è stato il motore e promotore di una rivoluzione in giardino, proprio come agli inizi del secolo scorso Gertrude Jeckyll.
Entrambi hanno dato il loro contributo per rivedere, revisionare l'idea di bellezza e ordine all'interno del giardino. Entrambi hanno testato, sperimentato e selezionato un'intera gamma di "nuove" piante atte a trasportare in giardino la magia e la suggestione delle consociazioni naturali.
Un pomeriggio di tarda estate a Hummelo, quest'anno, mi ha dato l'occasione di aggirarmi stupito in mezzo a questo capolavoro vivente.
Un arazzo fatto di così tante specie diverse raggruppate in masse generose e tanto sapientemente combinate fra loro, per varietà di forme e colori, da darti l'impressione di un'unica grande coperta distesa per l'intera superficie del giardino, una soffice trapunta rimboccata su tutti i lati da siepi sempreverdi foggiate ad arte a forma di cuscini.
Come sempre in giardino, l'esperienza è una in grado di appagare tutti i sensi. Qui, più che altrove, è facile perdersi fra nuvole di erbe che ti sfiorano mentre cammini e ondeggiano al più sottile alito di vento.
La vista è sollecitata a trovare un nuovo ordine, tanto complesso e sottile quanto appare spontaneo e casuale. Le armonie di colori, i contrasti di forme e tessiture, l'equilibrio delle proporzioni, tutto contribuisce all'estrema raffinatezza della composizione.
Mi chiedo ancora, osservando nuovamente queste immagini, come un tale, sofisticato esercizio di addomesticamento della natura possa riuscire in una così suggestiva illusione di selvatichezza.
...e questo è il mistero di ogni vero giardino.
Entrambi hanno dato il loro contributo per rivedere, revisionare l'idea di bellezza e ordine all'interno del giardino. Entrambi hanno testato, sperimentato e selezionato un'intera gamma di "nuove" piante atte a trasportare in giardino la magia e la suggestione delle consociazioni naturali.
Un pomeriggio di tarda estate a Hummelo, quest'anno, mi ha dato l'occasione di aggirarmi stupito in mezzo a questo capolavoro vivente.
Un arazzo fatto di così tante specie diverse raggruppate in masse generose e tanto sapientemente combinate fra loro, per varietà di forme e colori, da darti l'impressione di un'unica grande coperta distesa per l'intera superficie del giardino, una soffice trapunta rimboccata su tutti i lati da siepi sempreverdi foggiate ad arte a forma di cuscini.
Come sempre in giardino, l'esperienza è una in grado di appagare tutti i sensi. Qui, più che altrove, è facile perdersi fra nuvole di erbe che ti sfiorano mentre cammini e ondeggiano al più sottile alito di vento.
La vista è sollecitata a trovare un nuovo ordine, tanto complesso e sottile quanto appare spontaneo e casuale. Le armonie di colori, i contrasti di forme e tessiture, l'equilibrio delle proporzioni, tutto contribuisce all'estrema raffinatezza della composizione.
Mi chiedo ancora, osservando nuovamente queste immagini, come un tale, sofisticato esercizio di addomesticamento della natura possa riuscire in una così suggestiva illusione di selvatichezza.
...e questo è il mistero di ogni vero giardino.
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Ubicazione:
Broekstraat, 6999 Hummelo, The Netherlands
martedì 1 novembre 2011
la strada di tutti i giorni
hai mai fatto caso a quell'aiuola spartitraffico invasa dalle erbacce lungo la strada che fai tutti i giorni per andare a lavoro? hai mai notato, al suo interno, il succedersi delle forme e dei colori via via che sfrecci sulla tua auto? ti sei mai chiesto il senso di questo alternarsi fra foglie scure e vaporose trasparenze nel corso delle stagioni?
se un giorno ti va e hai tempo, scendi dall'auto e la osservi da vicino. ti sorprendi ancora una volta, scoprendo quante diversi insetti e piante convivono in uno spazio così ristretto, come una'iuola spartitraffico... è come un Ostello! in questo momento ci sono verbasco, romice e meliloto; malva, avena, speronella e carota. tutte insieme. e ci ho visto la cavolaia, l'osmia e il bombo. chissà la sera come si popola di altri ospiti!questo è un pezzo di "paesaggio" scampato alla cementificazione e all'asfaltizzazione e, non da ultimo, alla pratizzazione "all'inglese" - vera desertificazione in forma di fili d'erba...questa è la superficie della terra e quello che ne facciamo dice un sacco di cose di noi altri "umani".
se un giorno ti va e hai tempo, scendi dall'auto e la osservi da vicino. ti sorprendi ancora una volta, scoprendo quante diversi insetti e piante convivono in uno spazio così ristretto, come una'iuola spartitraffico... è come un Ostello! in questo momento ci sono verbasco, romice e meliloto; malva, avena, speronella e carota. tutte insieme. e ci ho visto la cavolaia, l'osmia e il bombo. chissà la sera come si popola di altri ospiti!questo è un pezzo di "paesaggio" scampato alla cementificazione e all'asfaltizzazione e, non da ultimo, alla pratizzazione "all'inglese" - vera desertificazione in forma di fili d'erba...questa è la superficie della terra e quello che ne facciamo dice un sacco di cose di noi altri "umani".
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