potrebbe essere che entrando in uno spazio questo penetri in noi come noi stiamo entrando in esso. e non intendo semplicemente che ci si avvolga intorno come è abbastanza spontaneo pensare ma proprio ci passi attraverso, ci compenetri come un uccello che fenda l'aria volando e al tempo stesso se ne lasci penetrare completamente. internamente ed esternamente.
se non vi è mai capitato prendetela pure come un'ipotesi di lavoro. è possibile che le qualità di un luogo, penetrandoci, ci si manifestino internamente proprio come le nostre qualità fuoriuscendo da noi interagiscano con l'ambiente che ci circonda trasformandolo e lasciandoci conoscere da esso.
si tratta di un’interazione. è un fenomeno che capita costantemente: che ne siamo consapevoli o meno. uno spazio ha una sua personalità che entra in relazione con la nostra. succede quando entriamo in un supermercato, quando torniamo a casa, quando visitiamo un museo o entriamo in una chiesa.
quello che succede è che un luogo, dotato di precise qualità e caratteristiche – intrinseche o per così dire donate ad esso dall’intento di chi lo ha ideato e costruito e dall’uso costante che ne è stato fatto nel tempo – entra in risonanza con noi, con una parte del nostro corpo o un ambito della nostra vita, e scambia con noi delle informazioni. per coglierle dobbiamo allenarci a uno stato di silenzio interiore e rispetto verso noi stessi e i luoghi che visitiamo. questo tipo di interazione è fonte di grande gioia e arricchimento.
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la prossima volta che varchiamo una soglia, che stiamo per “entrare” da qualche parte, prendiamo consapevolezza di questo attraversamento; fermiamoci un attimo prima di valicare l’ingresso – sia esso di una casa, di un museo, di un luogo di culto, di una scuola, di una palestra – porgiamo i nostri saluti, esprimiamo il nostro rispetto per la sua esistenza, proviamo a domandarci come mai la vita ci ha portato a questa soglia e predisponiamoci all’ascolto di quanto questo luogo potrebbe avere da comunicarci. possiamo fare questo piccolo esercizio di centratura e ascolto praticamente ovunque, prima di scendere in una stazione della metropolitana per prendere un treno o prima di salire sulla nostra stessa auto, prima di entrare nell’edificio dove lavoriamo e nel nostro ufficio. possiamo farlo prima di entrare dal panettiere o nel nostro giardino. onoriamo così gli spazi che ci accolgono quotidianamente.
we may enter a room and this will penetrate within us as we are doing with it. i don't just mean it will wrap us as it is quite easy to imagine, i really mean it will pass through us, penetrating us like a flying bird that breaks the air, at the same time letting the air break through its body both outwardly and within.
if you've never experienced it, take it as a possibility to work upon. there's a chance that the qualities of a place, by penetrating us, will reveal themselves within us. in the same way as our own qualities leaking from us interact with what is around us by changing it and thus letting ourselves be known by our environment.
it is a way of interacting. it is something that happens every time. whether we realize it or not a room has a personality of its own that relates with ours. it happens when we enter a supermarket, when we get home, when we’re visiting a museum or entering a church.
what happens is that a place with its own characteristics and qualities – whether innate or lent to it by those who designed and built it and by those who attended it in time – starts resonating with us, with a part of our bodies or specific areas in our lives, and an exchange of information takes place. in order to become conscious that such a process is taking place we need training to a state of inner silence and respect towards ourselves and the places we visit. this kind of relationship brings great joy and broadens our inner resources.
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next time we are about to open a door and enter somewhere, let’s become conscious of this threshold and our passing through it; let’s stop for a while before entering somewhere – whether our home, a museum, a sacred place, a school, our gym – let us give our regards to the place, let us say respect its existence, let’s wonder how comes that life took us to this threshold and let’s get ready to perceive what this place might want to communicate to us. we can easily practice this exercise of centering and listening almost anywhere, before getting underground to catch a subway train or getting into our own car; before entering the building where we work and our office. We can practice it before getting into the bakery or our garden. Let’s honour in this way the places that daily embrace us.
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