sabato 4 settembre 2010

La via dei fiori


The borders are mixed, not herbaceous. I see no point in segregating plants of different habit or habits. They can all help one another. So you'll see shrubs, climbers, hardy and tender perennials, annuals and biennials, all growing together and contributing to the overall tapestry.

It is my belief that no gaps, showing bare earth, should be visible form late May on, apart from the most recent replacement plantings. The effect should be of a closely woven tapestry. I do not at all mind bringing some tall plants to the border's front, so long as an open texture allows the eye to see past them. Conversely, channels of low growth can be allowed, at times, to run to the back of the border.

For all the work that goes into it, I want the border to look exuberant and uncontrived. Self-sowers, like verbascums and Verbena bonariensis, help towards this. (Christopher Lloyd)

Le bordure sono miste, non soltanto erbacee. Non vedo alcuna ragione nel segregare piante di diversi ordini o portamento. Insieme possono aiutarsi le une con le altre. Quindi vedrete arbusti, rampicanti, perenni rustiche e sensibili, annuali e biennali, crescere tutte quante insieme e contribuire all'effetto generale.

Ho la ferma convinzione che, da maggio in poi, non dovrebbero esserci "buchi" che lascino vedere la terra scoperta, a parte le piante appena messe a dimoraper sostituirne altre. L'effetto dovrebbe essere quello di un arazzo fittamente intessuto. Non mi preoccupa assolutamente p
ortare alcune piante alte nella parte frontale della bordura, fintanto che il loro portamento aperto consenta allo sguardo di pasarci attraverso. Allo stesso modo, in alcuni casi, è possibile lasciar penetrare dei tunnel di crescita bassa fino al fondo della bordura.

Con tutta la fatica che mi costa, ci tengo che la bordura si presenti spumeggiante e libera. Alcune piante che si autodisseminano, come il tasso barbasso e la
Verbena bonariensis contribuiscono a questo effetto.

(Crhistopher Lloyd)

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Da queste affermazioni ricaviamo alcuni suggerimenti che sono estremamente utili. Uno, è possibile sperimentare in giardino, come nella vita, soluzioni alternative a quelle più ovvie, dettate dalle Accademie o dalle consuetudini, e stare a vedere che cosa succede. Per fare questo è necessario assumersi la responsabilità di quello che stiamo facendo, avere un minimo di visione di come potranno andare le cose e amare il rischio.

Due, le piante in generale amano stare in compagnia e stanno meglio, anche in giardino, crescendo le une accanto alle altre in gruppi di specie affini per esigenze ambientali e disposte in modo da proteggersi a vicenda e creare microambienti favorevoli per la crescita di ciascuna.

Tre, le erbe che si autodisseminano, siano esse specie spontanee o varietà ornamentali, possono esserci d'aiuto nel tenere coperto il terreno - la cui superficie, come avviene in condizioni normali in natura, non dovrebbe mai
essere nuda ed esposta ai raggi solari e altri agenti agtmosferici, piogge, venti, che ne causano l'erosione e il dilavamento delle sostanze nutrienti - nel darci informazioni preziose su cosa come e quando cresce meglio nel nostro giardino e nell'offrire protezione e nutrimento alla microfauna selvatica, contribuendo così all'equilibrio generale. Inoltre, come suggerisce Mr Christopher Lloyd, possono offrirci insaspettati effetti ornamentali.

3 commenti:

  1. molto interessanti gli articoli che pubblichi, grazie.

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  2. Mi piace molto la parte "è possibile sperimentare in giardino, come nella vita, soluzioni alternative a quelle più ovvie.."
    viola

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  3. grazie a voi che seguite questi appunti, praticare il giardinaggio è una via per me per approfondire la conoscenza di sé e degli altri attraverso il riflesso di quanto accade nel microcosmo giardino. così c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire!

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