giovedì 3 novembre 2011

il giardino prateria di Piet Oudolf

Negli ultimi vent'anni Piet Oudolf è stato il motore e promotore di una rivoluzione in giardino, proprio come agli inizi del secolo scorso Gertrude Jeckyll.


Entrambi hanno dato il loro contributo per rivedere, revisionare l'idea di bellezza e ordine all'interno del giardino. Entrambi hanno testato, sperimentato e selezionato un'intera gamma di "nuove" piante atte a trasportare in giardino la magia e la suggestione delle consociazioni naturali.


Un pomeriggio di tarda estate a Hummelo, quest'anno, mi ha dato l'occasione di aggirarmi stupito in mezzo a questo capolavoro vivente.


Un arazzo fatto di così tante specie diverse raggruppate in masse generose e tanto sapientemente combinate fra loro, per varietà di forme e colori, da darti l'impressione di un'unica grande coperta distesa per l'intera superficie del giardino, una soffice trapunta rimboccata su tutti i lati da siepi sempreverdi foggiate ad arte a forma di cuscini.
Come sempre in giardino, l'esperienza è una in grado di appagare tutti i sensi. Qui, più che altrove, è facile perdersi fra nuvole di erbe che ti sfiorano mentre cammini e ondeggiano al più sottile alito di vento.

La vista è sollecitata a trovare un nuovo ordine, tanto complesso e sottile quanto appare spontaneo e casuale. Le armonie di colori, i contrasti di forme e tessiture, l'equilibrio delle proporzioni, tutto contribuisce all'estrema raffinatezza della composizione.

Mi chiedo ancora, osservando nuovamente queste immagini, come un tale, sofisticato esercizio di addomesticamento della natura possa riuscire in una così suggestiva illusione di selvatichezza.


...e questo è il mistero di ogni vero giardino.

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