Giardino, cultura, cultura del giardino, agricoltura, biologia,
ecologia, bionomia, agronomia, economia, ecosofia, geosofia, filosofia,
geofilia, biofilia… e se ci accorgessimo di come sono collegati fra loro i temi
che tutte queste parole sottendono? Quando ci accorgeremo che la terra e la
vita, la casa e il giardino, sono un tutt’uno fra loro e con noi, quando
sperimenteremo che il nostro amore per loro è la migliore forma di governo,
discorso e saggezza, che possiamo esercitare nei loro e nei nostri confronti, ecco,
in quel momento saremo investiti da un calore, da una pietà, da un senso di
partecipazione che renderà conto di tutti gli affanni che abbiamo attraversato
come umanità. Tutto il nostro passato e il nostro futuro come umanità, il
nostro “affannarci sotto il sole”, troverà allora il suo senso, in un presente
in cui, da umani, ci assumeremo le nostre responsabilità anche nei confronti degli
altri regni della natura. Qualcuno... lo sta già facendo!
IL GIARDINO DEI PIANETI di Thomas Moore
In quel periodo esaltante e immaginativo che è
la cultura italiana del Quattrocento, una persona poteva osservare un guizzo di
luce in una roccia e riconoscervi il bagliore delle stelle catturata nella
materia, oppure poteva visitare un giardino molto elaborato e ritrovarvi
numerose aiuole, ciascuna delle quali dedicata a un pianeta. “Così in alto,
come in basso”, dicevano, sintetizzando l’antica Tavola di Smeraldo. L’idea era
quella di collegare il regno altamente spirituale delle stelle con la realtà
terra terra della nostra vita quotidiana – lo spirito e il corpo, attraverso l’anima.
Abbiamo bisogno di una comprensione più ampia, più radicata,
più poetica dell’ecologia che consiste, oltre che nella preservazione del
pianeta, nell'arricchimento della vita umana che si svolge su di esso. I
giardinieri del Rinascimento offrono degli spunti su come possiamo muovere i
primi passi verso una ecologia sistemica di stampo interplanetario.
In primo luogo
affermavano che l’anima ha molte e diverse esigenze quotidiane. Per descrivere
queste esigenze usavano le immagini tradizionali dei pianeti, ciascuno dei
quali rappresenta un insieme di emozioni e aspetti della vita quotidiana. Si
potrebbe volere un giardino per la semplice bellezza delle piante, degli alberi
e dei fiori – Venere. Si potrebbe essere alla ricerca di un luogo dove
conversare con un amico – Mercurio. Potrebbe essere necessario un piccolo
specchio d’acqua o una fontana per riflettere e fluire – la Luna. Un giardino
potrebbe essere il luogo ideale per un ricevimento – Giove. Potrebbe aiutare a
placare la rabbia – Marte. Potrebbe offrire radure assolate per un senso di
benessere – il Sole. E potrebbe esserci un angolino remoto e ombreggiato per
momenti di solitudine – Saturno.
Troppo spesso, forse, pensiamo all'ecologia in termini
puramente scientifici o rischiamo di essere coinvolti da un singolo aspetto
della natura alla volta. Ci sono quelli che amano esclusivamente lo spirito
selvatico di Diana e rifuggono dagli aspetti di più rifinita bellezza di fiori
recisi e giardini formali. Altri ancora onorano i cereali di Demetra, gli
ortaggi e l’agricoltura e mostrano una certa diffidenza per alberi da frutto
innestati, piante topiate e sistemazioni del terreno a terrazzamenti.
Vicino a dove abito, nel
New Hampshire, c’è un giardino magnifico, Rosaly’s Garden. Qui si può comprare direttamente prodotti
biologici coltivati sul posto, raccogliere fiori dalle più svariate aiuole e
trovare molte erbe familiari ed esotiche. Si può raccogliere piccoli frutti e
camminare tra i filari di cespugli e alberi e all’ombra dei pergolati. Si può sostare
a osservare le montagne all’orizzonte e addirittura montare un cavalletto per
passare il pomeriggio a dipingere quadri a olio e acquerelli. La gente ci viene
per acquistare il cibo, fare due passi, risolvere un problema di coppia o
prendere le distanze dallo stress della vita quotidiana. Un giardino è un luogo
dove lavorare sulla propria anima come si lavora sul terreno.
Un giardino è una porzione di terra coltivata, progettata per le molte e
diverse esigenze del corpo, dell’anima e dello spirito. In un certo senso, il
pianeta stesso è un giardino, ed è significativo che molte mitologie narrano di
come la vita umana inizia in un giardino. Nel profondo di noi stessi e in seno
alle nostre stesse origini siamo fatti per il giardino.
Una tendenza della
mitologia dell’era moderna è quella di gettare uno sguardo su un pezzo di terra
e scorgervi automaticamente una possibile fonte di produttività, resa e
profitto. Oppure vedervi un immenso laboratorio di ricerca e studi. Certo, ci
sono un dio dell’analisi e uno del mercato, ma ce ne sono molti altri che è rischioso
trascurare. L’ecologia è vicina all’arte tanto quanto lo è alla scienza, ed è
una pratica spirituale tanto quanto uno studio della natura. Si occupa di
creare un habitat culturale adeguato
tanto quanto di salvaguardare aree incontaminate. Si sviluppa e trova
applicazioni in città tanto quanto in campagna.
Un giardino sta alla natura selvaggia come le buone maniere
e la civiltà stanno alla legge del più forte. Viviamo in un’era pragmatica,
dove sia quelli che sfruttano la terra per le sue risorse che quanti aspirano a
una relazione più rispettosa con la natura vedono ovunque dei semplici dati.
Eppure, come dicevano i Neoplatonici del Rinascimento, coltivare bellezza e
grazia ci rende più umani e ci prepara a un impegno più riflessivo con il
mondo. Gli ecologisti potrebbero rendersi conto che prendersi cura della terra
richiede un cuore accurato che si coltiva appunto attraverso la bellezza, la
forma e i modi, così in un giardino come in una foresta.
In una delle sue
lettere, Marsilio Ficino, il capobanda dei filosofi maghi e degli artisti del
Quattrocento fiorentino, affermava che ci si può liberare dalle afflizioni e
dalle tenebre della vita bevendo del vino vellutato e puro. Prete vegetariano,
astrologo, si dice che fosse un moderato Epicureo e avesse una cantina piena di
vini. Temendo tuttavia di scandalizzare qualcuno, aggiungeva prontamente
“Ooops, forse mi sono spinto troppo in là… Onoro anche Cerere, spirito del
giardino, i suoi cavoli e le sue mele!”.
Molti dipinti dell’Annunciazione ritraggono Maria intenta a
leggere in un giardino quando appare l’angelo per annunciarle che è incinta del
divino. Questo grande mistero avviene in un hortus
conclusus, giardino simile a quello dei chiostri, formale e racchiuso da
mura tutt’intorno. Fuori nella natura scopriamo lo spirito pagano e necessario
degli elementi, acqua, terra, aria e piante. Ma nel giardino conchiuso
percepiamo la voce dell’angelo che annuncia il nostro destino. È un messaggio
di inestimabile valore che ci viene dato nel più prezioso dei luoghi, un
pezzetto di terra coltivata.
Infine, lasciate che richiami alla vostra memoria lo straordinario
dipinto di Botticelli noto come La
Primavera. È un grande dipinto che raffigura il giardino di Venere,
visitato dagli spiriti che gli ecologisti sono soliti onorare – i venti sonori,
le erbe verdeggianti e i fiori colorati. Ma nel dipinto c’è spazio anche per
tre divinità – Venere, Eros e Mercurio – e tre grazie – a volte identificate
come Bellezza, Piacere e Moderazione. Questo dipinto, dalla comunità dei
platonici fiorentini, potrebbe essere il manifesto degli ecologisti. Offre una
definizione visiva dell’ecologia, un ritrovo dei multiformi spiriti della
bellezza e della grazia. Noi pure potremmo coltivare questo giardino di bellezza
e grazia intorno alle nostre case, sul pianeta e dentro noi stessi. In questo
modo avremo una ecologia con anima.
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