domenica 26 dicembre 2010

Un giardino in tutte le stagioni

© Picture by Dave Pearson
In inverno il giardino non mente. Se durante tutto il resto dell'anno possiamo facilmente rimanere abbagliati da questa o da quella fioritura, se anche l'autunno ci sorprende quando il giardino si veste del suo abito più sfarzoso, è in inverno che possiamo scoprire la sua verità, il segreto della sua bellezza e quello della sua fragilità.

A garden could never deceive you, and mostly so in wintertime. Throughout the rest of the year, we may easily be dazzled by this or that blooming prodigy; and the garden's Autumn dress will fire our last enthusiasm. In Winter though we can unveil a garden's secret, the misteries of its beauty and its fragility.

Che cosa tiene insieme un giardino? che cosa gli conferisce quelle caratteristiche che lo rendono un luogo così attraente al di là dei fiori e dei profumi e delle fronde degli alberi? che cosa resta di un giardino quando tutte le sue qualità più appariscenti sono come riassorbite dalla terra?

What prevents a garden from falling apart? what makes a garden such a special place apart from fragrances and flowers and the canopy of trees? what remains of a garden when all of its most striking qualities are sucked in by the earth?

L'inverno ci regala qualche giorno in cui il tempo è come sospeso e possiamo dare uno sguardo spassionato al nostro giardino. Non è facile, intendiamoci, è come guardarci allo specchio da nudi: saltano all'occhio le cose che non ci piacciono della nostra figura!

Winter grants us a few days when time is as if suspended in the garden and we can thoroughly look at it without the usual expectations for something to bloom. It may not be such an easy task, it's like looking at ourselves in the mirror, with no clothes on: what we don't approve of our looks just stands out then!

Le erbe più ricche di linfa si sono afflosciate su se stesse scoprendo, nel migliore dei casi, alcune piccole gemme a livello del terreno; quelle più ricche di legno svettano rigide e orgogliose fino a spezzarsi. Il tappeto è in larga parte coperto di foglie. Delle specie stagionali, se abbiamo lasciato al loro posto salvie, begonie, canne di vetro e nuove guinea, vanto dell'estate, collassate al suolo, non sarà rimasto che un ammasso informe e molliccio; se invece abbiamo provveduto a sostituirle con viole e ciclamini, questi, ancora tramortiti dal tragitto percorso dai tunnel dove erano coccolati al pieno campo, avranno già perso i primi fiori e appariranno tutti intirizziti dai primi geli per riprendersi soltanto più in avanti con la stagione.

Of beautiful perennials, those with sappy leaves lie on the ground concealing tiny buds at their foot; while those with sturdy stems stand upright till they break. Lawns are likely to be carpeted with leaves all over. As for annuals, if we left any of them in their beds, they will be reduced to a frozen blob by now. If we were sensible enough to replace them, it will take some time for their winter counterparts to settle in and flourish.

Insomma, che cosa resta di tutto lo splendore di cui abbiamo creduto di godere fino a qualche settimane fa? Niente, neanche il ricordo? Oppure, la magia del luogo è ancora lì? I colori della terra, le armonie dei bruni e dei grigi si inseguono dalla corteccia di un prugnolo ai ramoscelli di un viburno? I rossi e gli aranci di bacche e cinorrodi attirano lo sguardo insieme alle gemme scure e appuntite di uno scotano? Un pettirosso ci guarda curioso e affamato, mentre lo osserviamo, e ci rendiamo conto d'un tratto di essere esattamente qui e in nessun altro posto...

So then, what is left of all the beauty we were supposed to enjoy until a few weeks ago? nothing, not even a memory? or is it still there along with the magic of this place? are the colours of the earth, in different shades of brown and grey, chasing each other from blackthorn branches to viburnum twigs? red berries and orange rose hips catch the eye along with the dark and and pointed buds of a smoke bush? An inquisitive and hungry robin is staring back at us as we look at it and we are suddenly aware of being exactly here and nowhere else...

Allora possiamo commuoverci, l'inverno non ci ha rubato il giardino.

We can rejoice then, winter has not stolen our garden from us.

mercoledì 22 dicembre 2010

a treasure I have found

A seeker of silences am I, and what treasure have I found in silences that I may dispense with confidence?
(Kahlil Gibran)

Uno che va in cerca di silenzi sono io, e quale tesoro ho trovato nel silenzio che possa dispensare con fiducia?
(Kalhil Gibran)

This blog recently turned one year old, I wish to say thanks to all readers and contributors.

Il blog ha compiuto un anno pochi giorni fa, grazie a tutti i lettori e a quanti direttamente e indirettamente vi hanno contribuito.

sabato 11 dicembre 2010

il sorriso del giardino

Lavori in giardino. Primo sopralluogo. Dobbiamo usare molta attenzione e il massimo rispetto quando ci accingiamo ad entrare, sia pure per ragioni meramente professionali, in un contatto così profondo e diretto con la fisicità e l'intimità degli spazi altrui. Per quello che un giardino ci rivela dello spirito di chi lo possiede, dobbiamo cercare di meravigliarci sempre e non giudicare mai.

La prima cosa che percepisco visitando un giardino è in quale misura esso sia creato e vissuto per sé stessi - per il proprio piacere e la propria utilità personali e della cerchia dei propri cari - e quanto piuttosto sia vissuto in funzione della società, degli altri - siano essi i parenti, i vicini o qualcuno su cui ci teniamo a fare “bella figura”. Io chiamo questa fase: cogliere il sorriso del giardino.

Sì, un po' come se il giardino sorridesse - nei due casi estremi: lo fa perché sta bene e è in pace con se stesso e i suoi eventuali difetti? o perché "deve", tutto tirato e smagliante, per essere sempre all’altezza di quello che potrebbero pensare di lui?

Il giardino è un organismo. Ha una sua individualità che in parte condivide con quella di chi lo coltiva e se ne prende cura e in parte è il frutto del carattere del luogo, delle condizioni del clima e del terreno in cui sorge e della storia, della cultura e delle tradizioni orticole che in quel luogo si sono tramandate.

Un giardino sereno non si preoccupa di essere un po' spettinato, con qualche foglia sul prato, qualche erba selvatica cresciuta in un angolino o lasciata fiorire deliberatamente in mezzo alle aiuole, è ricco di insetti e animali e generoso di fiori e frutti. Non ha paura di essere diverso dai giardini che ha intorno. Sovente spicca per la sua individualità.

E' piacevole in ogni stagione e ha sempre qualcosa da offrire: capsule e bacche in inverno e prati multiformi orlati di brina e montagne di foglie in cui si annidano animaletti in letargo; campanellini e bucaneve ad annunciare l'arrivo della primavera con l'erompere delle foglie dalle gemme e il terreno, costantemente lavorato da un battaglione di affezionati lombrichi, che torna friabile sotto ai piedi; profumi e ronzio d’api e canzoni di uccelli, nuvole di temporale e farfalle, d'estate; gli ultimi fiori, i frutti più dolci e erbe cariche di spighe dorate e brune infruttescenze in autunno.

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Ora ci sono alcuni accorgimenti che è possibile adottare per trasformare il vostro giardino, terrazzo e fioriera in un giardino che sorride.

Prima cosa, siate generosi nel piantare erbe e arbusti, accostandoli nelle aiuole in funzione delle loro esigenze e dell’atmosfera che intendete evocare. Considerate molto attentamente la scelta e la collocazione di uno o più alberi in funzione dello spazio a disposizione e dello sviluppo della pianta a maturità raggiunta. La presenza equilibrata di questi tre strati – erbaceo, arbustivo e arboreo – all’interno del sistema-giardino consente lo strutturarsi di diversi habitat e assicura una altrettanto ricca e variegata e indispensabile presenza di animali, ospiti residenti e di passaggio, nel vostro giardino.

Seconda cosa, prendete tutte le misure affinché il ciclo della materia e dell’energia all’interno del vostro giardino sia a circuito chiuso. Inizialmente, all’atto di costituire un giardino, è facile che sarà necessario apportarvi contributi dall’esterno in termini di ammendanti per il terreno, terra stessa di coltura, concimi e piante. Mano a mano che il giardino cresce e si sviluppa contate sulla sua capacità di rigenerarsi, quindi imparate a curarlo con i principi delle piante stesse che in esso crescono; e reintegrate, per quanto più vi è possibile, le sue energie con l’apporto e la ridistribuzione del materiale che esso stesso produce nel corso dell’anno mediante la trasformazione in compost di erba falciata, foglie e rami e ramaglie risultanti dalle operazioni di potatura.

Terzo, ma non per importanza, coltivate una relazione con il vostro giardino. Frequentatelo in ogni stagione e state attenti a tutti i processi di cui vi renderà partecipi. Ricordate, come dice qualcuno, il miglior concime per le piante è l’ombra del giardiniere.

A smiling garden

A garden needs your help. First inspection. Please, be as careful and respectful as possible, when you're about to enter - even if just for professional reasons - in such a deep and meaningful relationship with someonelse's intimate space. About that which a garden reveals to us of the spirit of its owner, we need to always wonder and never be judging.

The first thing I try and feel when visiting a garden is up to what extent it was created and is now being enjoyed lived by its owners - for their own pleasure and personal use and that of their circle of loved ones - or to which extent it was rather meant to please other people - be they relatives, neighbours or just anyone to impress. I call this stage trying to catch the smile of the garden.

Yes, just as if a garden could smile - so, is it smiling because it feels contented in itself, even if far from being "perfect"? or is that a grin it put on its face in the attempt to always appear up to the standards that people might expect of its performances?

A garden is an organism with its own personality, which it shares with the character of those who look after it and the character of the place itself. This is the result of soil and climate conditions, and of local horticultural traditions that have been handed down in that place.

A self-satisfied garden does not bother being a bit messy at times, with a few leaves on the lawn, some wild grass growing in a corner or deliberately left to flourish in the midst of a flower bed. A nonchalant garden is rich in insects and animals and all kinds of flowers and berries and fruit. It has n shame of being considered different from neighbouring gardens all around. On the contrary it often stands out for its individual character.

It is always welcoming you, in every season, and always willing to share something with you. Throughou winter, nuts and berries and lawns with frost-edged blades of grass and huge heaps of leaves where hibernating animals did hide; snowflakes and snowdrops announcing the arrival of spring with leaves pushing through unfolding buds and hosts of loyal earthworms mixing the soil that turns friable once more; during summer, singing birds and humming bees in the air that's softly fragrant and hovering butterflies and sudden thunderstorms; and autumn brings forth a few more flowers, sweet apples and seedheads of different shades of brown and gold.

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Now there are quite a few things you can do in order to transform your garden, terrace or evn just a planter into a smiling garden.

First, be generous in your plantings: a variety of perennials and shrubs, selected on the basis of your environment and their needs and the overall atmosphere they're meant to evoke. As for trees, consider very carefully the choice and placement of one or more trees depending on the available space and the size of the grown up tree. A balanced presence of herbaceous perennials, shrubs and trees grouped in congruent layers allows the developing of different habitats within the garden which provide an equally diverse and vital presence of animals, visiting and resident guests of your garden.

Second, make sure the energy and matter cycle within yuor garden is a closed circuit one. At first, when creating a garden, you may easily need to import stuff from the outside, in terms of dirt or soil itself, manure and plants of course. In time, as the graden grows and develops, count on its own ability to regenerate itself. Build your own soil through composting and learn how to grow herbs to extract organic remedies for your garden's health.

Last but not least, make friends with your garden. Get to know as much as you can about the it will share with you.

mercoledì 1 dicembre 2010

a garden in town

L'Albero di Zelkova, così ricco per i miei sensi, freddo di neve, bagnato, tutto lucciccante nella sera. E il Parco silenzioso, deserto, tutto per me. C'erano, è vero, diversi operai, nonostante il buio, intenti ad allestire le bancaralle e i vari diversivi per le prossime festività. Intere squadre, tutti affaccendati nella luce artificiale, a tirar su strutture e pedane.

The Zelkova tree, such a wealth for all of my senses, soaken cold with snow, shimmering in the evening light. And the Park, silent, with almost no people around, allowing me freedom. There were, yes, some workmen, albeit the darkness, engaged in raising stalls and playgrounds for the upcoming festivities. They were working in the artificial light.
Mi dirigo verso il Cerchio dei Tigli, in cerca di raccoglimento. "Racconta delle storie su di noi!" - "E come faccio?" - "Frequentaci e le storie nasceranno, spontaneamente"

I walk along towards the Circle of Lime Trees, looking for some tranquillity. "Tell some tales about us" - "Are you joking? How can I?" - "Visit on a regular base and tales will arise, spontaneously"

La preghiera agli Alberi del Parco - "Perché non vengo qui ogni volta che posso?"

A prayer for Trees in the Park - "Why don't I come here every time I could?"

Alberi, chiamatemi voi! quando mi perdo, quando sono distratto - tornatemi alla memoria, fate sì che mi accorga di voi, ovunque io sia.

Will you call me, trees? when I get lost, when I wander with no purpose - come back to my senses, make me realize that you're there, wherever I may be.

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L'incontro con un luogo speciale - che ci faccia sentire bene e a nostro agio quando lo frequentiamo - può traformarsi in una preziosa occasione per conoscere un pezzetto di mondo là fuori e portarlo dentro di noi.

A meeting with a special place - some place where you feel good and at ease when you're there - can turn into a wonderful opportunity of getting to know something the world out there and taking it inside of yourself.

A coltivare una relazione con questo luogo poi, incontrandolo regolarmente e prestando attenzione alle sue atmosfere e alle sue forme, a come mutano nel tempo e a come si trasformano ciclicamente durante il corso dell'anno, può capitarci a volte che siano dei pezzetti di noi a venirci incontro dall'esterno...

In growing a relationship with such a place, in becoming acquainted with it by bringing attention to its colours and shapes and its mood, and the way it changes throughout the year in a cyclical way, it may happen that parts of us will come towards us from the outside for a change.

domenica 28 novembre 2010

A widespread silence

© Picture by Paula Marchini Senatore

Se grazie a un miracolo molta gente fosse costretta a pronunciare solo parole che corrispondano con esattezza ai fatti, si avrebbe un diffusissimo silenzio in tutto il mondo, perché la maggior parte di quanto oggi viene detto non corrisponde appunto a fatti constatati, ma esprime le più diverse opinioni, le più diverse passioni. (R. Steiner)

If by a miracle a lot of people were to utter only those words that exactly matched with facts, there would be a widespread silence all over the globe, since most of is being said today does not match with verified facts, but just reflects the most diverse opinions, the most diverse passions. (R. Steiner)

domenica 21 novembre 2010

La via del giardino

Oggi da una mia cliente, ho avuto la percezione che occupandomi del suo giardino stessi altresì prendendomi cura del suo benessere.

Osservando il suo giardino, essendo nel suo giardino, ascolto ciò che le piace, il tipo di sistemazione, le piante e le difficoltà che incontra nel mantenerlo. Facendole delle domande per farle prendere coscienza di come vede il suo giardino e che cosa le piacerebe fare affinchè si avvicini sempre di più al suo ideale, percepisco il suo atteggiamento più generale verso la sua vita, i suoi entusiasmi e le sue delusioni.

Delle rose mi ha detto che non le interessano, possiamo estirparle a parte quella al centro, che è diventata selvatica - la vedo, così florida in mezzo alle due ibride sgangherate, tutta fiera dei suoi cinorrodi - e fa tutte queste bacche e le "rose canine" - le ha evocate facendo un gesto fra indice e pollice delle due mani, come a strofinare delicatamente un petalo rosato e come le si illuminava il viso nel ricordo.

Quando le ho spiegato il nostro approccio alla potatura, un modo di contenere e accompagnare l'accrescimento delle piante affinché possano convivere fra loro e all'interno del giardino, mi ha detto che lei predilige la forma libera a quella sempre ritoccata. Allora le ho accennato di come si tratta di trovare un equilibrio fra il portamento selvatico e quello troppo artificioso e addomesticato "perché il giardino non è una foresta..." - "Peccato!" mi ha risposto. E quanta nostalgia in quella parola.

In un angolino del giardino ho pensato per lei a un sottobosco di mughetti e aglio orsino ai piedi di un gruppetto di betulle lasciate crescere molto spontaneamente.

domenica 31 ottobre 2010

Incontro d'albero

"Gli alberi non svolgono solo funzioni biologiche, gli alberi più vecchi influenzano il paesaggio, sul piano emotivo e delle energie sottili, aiutando altri esseri a trovare un luogo adatto dove sviluppare la loro attività"

Con queste parole, Francisco ci ha invitato a fare una passeggiata sabato mattina per incontrare alcuni alberi significativi per il territorio di Treviso. Abbiamo esplorato l'interno di una quercia presso la Chiesa di Sant'Anna e Santa Maria del Rovere, ci siamo lasciati trasportare dalla sua effervescenza! Abbiamo reso omaggio a un'antica farnia, abbracciandola in tre, e ci siamo immedesimati nel suo ruolo di guardiana e protettrice del luogo. Quindi a Villa Margherita siamo stati intrattenuti da un platano sulla riva del laghetto e da una singolare coppia, costituita da un cedro e da un carpino, sul limitare del grande parterre della cedraia.

La capacità di incontrare un albero sul piano emotivo nasce da un allenamento all'esercizio del silenzio interiore e dell'ascolto attento di come entra in risonanza con noi tutto ciò con cui noi stessi entriamo in relazione.

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Se ne avete l'occasione, prendetevi del tempo da trascorrere in compagnia di un albero - o di un gruppo di alberi - in questi giorni in cui si stanno risvegliando all'autunno. Osservate il processo che stanno attraversando, sentite come si liberano di ciò che fra poco sarebbe loro superfluo, ascoltate il rumore delle foglie che cadono sulla terra.

C'è negli alberi un senso infallibile della loro missione.


"Trees do not just fulfil biological functions. More mature ones act upon the subtle energetic planes of a landscape on an emotional level, helping other beings to find a proper place where to grow and develop their own activities"

These words are from Francisco's invitation for a walk around the territory of Treviso to discover the functions of ancient and significant trees that live there. Thus we ventured in the exploration of a hollow tree standing in front of the Church of St. Ann and St. Mary of the Oak-tree, we were surprised by its sparkling activity! It took three of us together to pay our respects to an ancient pedunculate oak by embracing it, we explored its role as a guardian of the place. At Villa Margherita we then met a plane tree standing at the edge of a pond and couple of trees, a Deodar cedar and a hornbeam, at the edge of the orangerie lawn.

The possibility of meeting a tree on an emotional level is grounded in the costant exercise of interior silence and the careful attention we pay to the way everything we relate to ultimately resonates within ourselves.

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These days, if you have a chance to, spare some time to spend in the company of trees that are awakening to the autumn impulse. Pay attention to the process they are undergoing, feel the way they manage to get rid of what would soon become a hindrance to them, hear the sound of leaves falling on the ground.

Trees have a faultless sense of their mission.

domenica 17 ottobre 2010

Let yourself be known

I had often heard that early Autumn can be like a second Spring in Mediterranean environments and now I know. A few days on the island of Formentera and I was embraced by this unexpected blooming festival.

Avevo sentito dire altre volte che l'autunno è come una seconda primavera in certi ambienti del Mediterraneo e adesso ne ho la prova. Qualche giorno sull'isola di Formentera e sono stato avvolto da questo spettacolo inaspettatato di fioriture.

There were flowers on the side of the main roads and flowers blooming in the meadows and across the narrow paths that run through the salterns. And I was really taken aback by the sight of flowers springing as if out of bare rock.

C'erano fiori a bordo delle strade principali e altri che si aprivano negli incolti e fra gli stretti sentieri che si insinuano nelle saline. E più di tutto mi ha colpito la vista di fiori che sembravano sbucare direttamente dalla roccia.

We had just parked our car by the Lighthouse of the Mola when, from a distance, I saw the ground sprinkled with white and pink flakes of I-know-not-what. They looked like confetti at best or some kind of litter at worst, carelessly left about the place. Though what I first had thought on seeing them out of the car window was - how wonderful if these, gently spreading over the land here, were all flowers? and they were!

Non appena parcheggiata l'auto presso il Faro della Mola, a una certa distanza ho visto il suolo ricoperto da uno strato di bianco e di rosa che non riuscivo a identificare. Sembravano coriandoli o, alla peggio, cartacce abbandonate in giro. Eppure, non appena le avevo viste dal finestrino della macchina mi ero detto - possibile che siano fiori, sparsi così e delicati sulla terra? e lo erano!

They were living their existence amongst crowds of oblivious people coming there to visit the Lighthouse. So, why should the Island put on such a graceful new garden every year if nobody noticed?

Erano davvero fiori, e trascorrono la loro vita in mezzo a turisti non curanti, arrivati fin lì per il Faro soltanto. E perché l'Isola dovrebbe inscenare un nuovo giardino così delicato ogni anno se nessuno se ne accorgesse?

In no time I realized I was being seized again in my obsession of "identifying" the plants I was seeing. I was so surprised and taken aback by the way the plants were growing out of the ground, I did not realize I may already know the family and genus this plant belonged to.

Ben presto mi sono reso conto di essere nuovamente preda alla mia mania di dare un nome, "identificare", le piante in questione. Infatti, colto di sorpresa e spiazzato dall'ambiente in cui la pianta fioriva, mi è sfuggita completamente la possibilità di conoscerne già la famiglia e il genere di appartenenza.

What is a name, if compared with the actual experience we can have of the object it identifies? There are times when, in order to find out its name, we lose sight of the experience itself.

Che importanza ha un nome, rispetto all'esperienza che possiamo fare della cosa che identifica? Certe volte, per andare dietro al nome che la definisce perdiamo il valore
dell'esperienza stessa.

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Next time you meet a plant which you do not know, let IT identify you for a change! which kind of human are you? Let yourself be known.

La prossima volta che incontri una pianta di cui non conosci il nome, lascia che sia lei a identificare te per una volta. Che tipo di umano sei? Làsciati riconoscere da lei.

Let the plant itself observe you and feel you in its energy field. Let it come closer to you, be naked in front of it as it is in front of you, expose yourself to its organs of perception and feel its qualities by letting it taste yours.

Lascia che sia la pianta stessa ad osservare te e percepirti nel suo campo energetico. Lascia che si avvicini, spogliati di fronte a lei come lei è nuda dinnanzi a te, rimani esposto/a ai suoi organi di percezione e sperimenta le sue qualità lasciando che lei abbia un assaggio delle tue.

giovedì 7 ottobre 2010

The Spirit of the Dojo

The word "dojo" comes from the Japanese martial arts. "Dojo" refers to a place, a time and a community of learners committed to supporting one another's personal growth through a process of mindful skill building. It was originally used to designate a place where people came together to practice meditation (John Mark Rozendaal).

To me it is a fortress, a castle, a temple.

La parola "dojo" arriva dalle arti marziali giapponesi. "Dojo" si riferisce a un luogo, a un tempo e a una comunità di apprendisti determinati a supportarsi a vicenda nella loro crescita personale attraverso un processo cosciente di costruzione eaffinamento delle proprie abilità. Originariamente il termine veniva usato per designare il luogo dove le persone si ritrovavano insieme per praticare la meditazione (John Mark Rozendaal).

Per me è una fortezza, un castello, un tempio.

giovedì 30 settembre 2010

Carving a Cosmogramme

Quindi siamo passati all'azione. Dopo una prova per prendere confidenza con la tecnica, eseguita su un disegno originale elaborato da Marko Pogacnik durante un seminario a Londra, ciascuno di noi ha iniziato a scolpire il suo cosmogramma. Prima di dare inizio al lavoro, ci siamo connessi alla pietra che giaceva dinnanzi a noi.

Pietra di Portland, una pietra calcarea di circa centocinquanta milioni di anni fa, un era relativamente recente in termini geologici. Per intenderci, quando presumibilmente quello che sarebbe diventato il continente africano era ancora fuso all'attuale America del Sud, la placca europea non era ben distinguibile e il futuro continente asiatico assomigliava molto a un drago pronto spiccare un balzo.

Una pietra formatasi per stratificazione sui fondali marini in seguito alla precipitazione di carbonato di calcio e del suo accumulo e compattazione insieme al deposito dei resti di sostanza organica derivante da animali e vegetali acquatici in via di decomposizione. Una pietra, dunque, che racchiude al suo interno, una memoria minerale e organica inarrivabile per la nostra mente.

La connessione, a livello intuitivo, ci ha permesso di entrare in risonanza e unirci al mezzo espressivo. Da quel momento si può affermare che non eravamo più da soli a scolpire ma era la pietra a suggerirci come procedere. Io, ad esempio, ho cominciato a scolpire all'esterno dell'area circolare del cosmogramma, con una convinzione e una sicurezza che si sono rivelate sorpendenti quando mi sono reso conto che quello che avevo appena fatto era assolutamente "sbagliato". Grazie a Lizzie, non ho perso né la calma né la concentrazione e qualche minuto dopo è "apparsa" una nuova parte del disegno che voleva manifestarsi cosicché il cerchio centrale galleggia adesso su una bolla a due anse.

Tutti i processi fin qui descritti di esplorazione del territorio, elaborazione di un disegno e scultura del cosmogramma sono nati e si sono sviluppati in seno a un cerchio, in un contesto di gruppo. Un gruppo di umani che si è ritrovato con l'intento di entrare in contatto con un territorio, lasciarsi coinvolgere dalle sue dinamiche e facilitare il fluire delle energie in esso presenti attraverso la creazione di disegni comprensibili a livello intuitivo da parte di tutti i suoi abitanti.

Il ticchettio della mazzetta sullo scalpello e dello scalpello sulla pietra, ripetuto per tante persone quante eravamo all'opera insieme, è stato la musica che ci ha accompagnato mentre eravamo tesminoni del rivelarsi e del prender forma del Cosmogramma nel suo viaggio dal regno dei pensieri e delle emozioni alle tre dimensioni della materia.

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So we set to work. We started getting confident with the new media and learning the basic techniques by carving one cosmogramme
Marko Pogacnik had been drawing during the London Workshop and then each one of us started with their own cosmogrammes. Right before starting we tuned in with the stone that was lying in front of us.

Portland stone, a more or less 150 million years old limestone, so quite a young one in terms of geologic periods. When what would have most likely become Africa was still one thing with Southern America to get the picture, Europe was not yet configured and the Asiatic plate looked very much like a crouching dragon.

This kind of stone formed in a marine environment due to the precipitation of calcium carbonate on the sea floor and its sedimentation along with organic detritus from animals and plants. So this stone is packed with biological memory and a whole lot of organic intelligence we can harly imagine.

Tuning in, at an intuitive level, granted us a sort of connection with our creative media. From that moment on we can say that we were not alone in our carving effort but the stone itself was suggesting to each one of us how to proceed. For instance, I started out by carving exactly outside of the circle of my drawing right where I was not at all supposed to!!! Yet, thanks to Lizzie one of our facilitators, I kept calm and concentrated and a little afterwards a new section of the drawing emerged that meant to be carved on the stone. And now the central circle floats on a squeezed bubble.

All the different experiences we've been going through, from exploring the grounds to designing a drawing and finally carving a cosmogramme, were part of a group process and were conceived and born within a Circle. A group of people who met with the intention of getting in touch with a land, getting involved with its dynamics, trying to understand its needs and facilitate the flow of its energies by means of drawings intuitively understandable by all of its inhabitants.

The light sound of hammer upon chisel and chisel upon rock, echoed for so many times as the people at work, was the music that accompanied us while carving together and soon became a familiar and cosy motive. The perfect soundtrack for the gradually unveiling and coming into form of the Cosmogramme from the realm of thoughts and emotions to three dimensional matter.

Birth of a cosmogramme

Così mi sono dedicato all'esplorazione del laghetto, prendendomi il tempo che sentivo necessario per assaporare le mie sensazioni, giocando a focalizzare l'attenzione ora al posto nel suo insieme, ora ai più piccoli particolari. Stando in piedi o procedendo sdraiato, camminando o sostando, osservando la terra, l'acqua e l'aria e cercando di respirare ciò che accadeva intorno a me. Allora ho fatto qualche memorabile incontro: con un'ortica, coi fiori di menta e con le spighe arcuate delle ultime crocosmie... e con una bellezza acquatica che si erge col suo stelo dal pelo dell'acqua per poi incurvarsi dolcemente nelle foglie. Mi sarei ricordato di questa pianta una volta completato il disegno del cosmogramma. Come questo sia avvenuto, non lo so.

So I went on exploring the pond area, taking my time to be with my sensations and the way I was feeling, having fun alternatively focusing my attention to the whole picture and to single details. Either walking or coming to a halt, whether standing on my feet or lying on the ground, observing what was going on up in the trees and through the grasses, and on the suface of the water. Trying to breath in what was going on all around me. And thus I had some remarkable meetings: with a nettle, with peppermint flowers, with the gracefully arched spikes of a late blooming crocosmia... and some unknown beauty with leafstalks uprising from the waters and gently curving leaves. I would remember about this plant once the drawing of the cosmogramme was completed. How this was accomplished, I do not know.

lunedì 27 settembre 2010

Designing a cosmogramme

Esplorare, disegnare, scolpire, sentire. Creare un Cosmogramma comporta mettere in gioco più parti di noi e prestare un'attenzione speciale all'ambiente che ci circonda.

Exploring, drawing, carving, experiencing. Creating a Cosmogramme is about engaging different parts of ourselves and giving one's full attention to our environment.

Dopo il primo giorno di visita "guidata" e un contatto con il posto, Hoathly Hill si è dischiusa come un fiore e ciascuno di noi si è avventurato in una esplorazione personale dell'area alla ricerca di un luogo speciale per sé, le cui caratteristiche risuonassero particolarmente per lui/lei. A me è accaduto con la zona dello stagno. Istintivamente, sono stato attratto qui dalla selvatichezza del luogo, dalla sua aria un po' appartata e tuttavia per nulla inospitale.

After spending our first day on a "guided" tour of the place and getting in touch with it, Hoathly Hill opened up like a flower for us and we ventured in a personal exploration of the grounds in search for a spot especially meaningful for each one of us. This spot happened to be the pond area for me, I was drawn here instictively by a certain wilderness and a secluded feel about the place though not inhospitable in any way.

A trascorrerci un po' di tempo, ho intuito il disegno originale delle piantumazioni e il modo in cui nel tempo sono state inglobate dalle specie spontanee.

After spending some time there, the original planting design became clear and the way, in time, wild species blended in with the more ornamental ones.

Il quadro finale che ne esce è quel misto di selvatico e ornamentale, di curato e lasciato a se stesso che fa di un giardino quel luogo magico in cui l'umano si incontra con gli elementi per creare qualcosa che prima non c'era... qualcosa che presto scomparirebbe se l'umano uscisse di scena.

The resulting picture is that combination of wild and tame, of ornamental and spontaneous that makes a garden such a magical place where the human factor meets the elements and co-creates with them something that wasn't there before... something that would soon disappear if the human element left the scene.

Aprendomi alle sensazioni che il luogo suscitava in me, hanno cominciato a delinearsi forme e figure nell'intrico di foglie e rami. E un tema. Le energie assurgenti e quelle che si piegano, tutte fluttuanti. Che cos'è la volontà? e come possiamo esercitarla senza diventare prepotenti?

Opening myself up to the impressions this place evoked inside of me, forms and figures began to emerge within the intricacies of branches and leaves. And a theme. The up-surging and the bending energies, all of them flowing. What is will? and how do we exercise our will without becoming domeneering?

To be continued...

mercoledì 22 settembre 2010

Hoathly Hill, una città giardino

Ti dài un tempo e uno spazio. Scegli di aderire a un progetto. Fase uno: imparare a scolpire un Cosmogramma. Senza farlo apposta c'era un giardino lungo il percorso. L'appuntamento è a Hoathly Hill, un villaggio residenziale a sud di Londra, nato da un'esperienza di comune nel 1972. Quarant'anni di storia. Quarant'anni di condivisioni, idealismo, scazzi, e lavoro, parole, nascite, morti. E un giardino.

Il giardino sta al centro. E si insinua fra le abitazioni, sconfina nel grande prato aperto a sud e si confonde col bosco ai margini della proprietà.

Il giardino è l'occasione che questa comunità si è data per dare coesione all'abitato e offrire un'opportunità a tutti di conoscersi più direttamente, lavorando insieme alla sua manutenzione. Già, perché non ci sono giardinieri che vengono qui dall'esterno per provvedere alla cura di questo giardino. Quello che vedo è il frutto della collaborazione di quanti vivono in questo posto, è il loro modo di rinsaldare il legame che li unisce a questa terra.

Il giardino delle erbe aromatiche e delle officinali ha la forma di un pentagono attraversato da due vialetti che si incrociano al centro sotto un gazebo coperto di rose sarmentose. Qui sotto, su una panca, l'ortolano della comunità deposita le frutta e gli ortaggi appena colti dall'orto comune. Ciascuna famiglia e membro della comunità può usufruire anche di un appezzamento personale da coltivare. L'unico vincolo è quello di attenersi a un'agricoltura naturale.

La comunità è nata ispirandosi ai principi della filosofia di Rudolf Steiner e questi sono ancora palpabili nell'aria. Nel villaggio si trovano uno studio di scultura, un asilo e un centro diurno per persone diversamente abili. A cura di quest'ultimo la realizzazione di un giardino, di cui ho potuto assistere alle fasi iniziali, alla memoria di un vasaio recentemente scomparso.

Oltre alla zona degli orti, da cui si gode una vista sull'adiacente villaggio di West Hoathly, il giardino comprende una zona a bosco; il "Quadrato" - una zona a prato circondata da una bordura di rose e due bordure miste di erbacee perenni; un altro giardino dedicato alla memoriadi quanti qui sono morti; la radura dei falò; il giardino dello stagno; e "15 Acri".

E' questa la grande prateria che si affaccia a meridione. Qui, quando hai fortuna, può capitarti di incontrare un cavallo bianco.




You embrace a project. You take some time and travel some place. Step 1: learning how to carve a Cosmogramme. On your way, and believe me without planning on your side, you find a garden. Your meeting point is at Hoathly Hill. This is a residential community, south of London, born as a commune in 1972. Almost forty years old. Forty years of ideals, sharing, fights and work; thoughts, births and deaths. And a garden.

The garden is central. And it runs through the houses, it spills over a huge open field to the South and it merges with the woods at the edge of the property.

This garden is one way this Community chose to link the buildings together and to offer an opportunity to everyone to meet and get to know each other more directly, while working together at its maintenance. In fact, there are no outside gardeners taking care of such a jewel. What you can see here is the result of the people who are living here cooperating to take care of this bit of land and thus strengthen their connection with it.

The herb and officinal plants garden is in the shape of an irregular pentagram crossed by two paths that meet up in the centre underthe shade of a gazebo covered in roses. Fruit and vegetables, as soon as they are picked, are left here on a bench by the community orchard keeper. Each family and member of the community can make use of a personal plot to grow vegetables and flowers in. The only rule is to stick to organic agriculture.


The Community was set up on the insights of Rudolf Steiner and you can still feel it. Private initiatives within the Community include a sculpture studio, a kindergarten and a day centre for people with special needs. A new garden is now being created by this centre to the memory of a recently dead pot maker.



The garden is divided into different rooms, apart from the vegetable plots and herb garden, you can find wooded areas; the "Square" - a huge lawn enclosed between ancient walls and rose and perennials mixed borders; another memorial garden by ancient yew trees; a garden for communal bonfires; the pond area; and "15 Acres".

This is a huge field facing south and if you're lucky enough you're going to meet a white horse here.

lunedì 20 settembre 2010

Summer's end

You spend some time on your terrace, gardening, this afternoon. It's a glorious day after yesterday's rainstorm. The weather's fine and warm and every tiny leaf is shimmering, bathing in the sunshine.

Passi un po' di tempo sul terrazzo, oggi pomeriggio, a sistemare il giardino. E' una giornata stupenda, dopo l'acquazzone di ieri. Il tempo è bello e fa caldo e tutte le foglie brillano, bagnate dalla luce del sole.

You put a bamboo stick in a pot beside your perilla's stem, to help her stand upright after yesterday's storm has flattened it.
You rake loads of berries from the scarlet firethorn bushes you meant to prune.

Metti una cannetta di bambù in un vaso vicino alla perilla, per raddrizzarla dopo il temporale di ieri. Raccogli una caterva di bacche dai cespugli di piracanta che volevi potare.

It's that time of the year, not quite Summer anymore, not yet Autumn - starlings in the sky, blackbirds chasing each other among leaves, late Summer flowers blooming.

E' quel periodo dell'anno, non più estate, ma non ancora autunno - gli storni si radunano in cielo, i merli si inseguono fra le foglie, le fioriture di tarda estate si mettono in mostra.

sabato 4 settembre 2010

Alcuni le chiamano erbacce

Le erbacce che una cinquantina d'anni fa avevamo scartato dal giardino, alla ricerca di una rasserenante uniformità, rientrano dal cancello principale e tornano, esuberanti, a mostrarci la loro bellezza. In questa stagione, a maturità avvenuta di capsule e spighe, si presentano eleganti e dorate, soddisfatte di aver portato a termine il loro compito.

The weeds we had cast outside of our gardens some fifty years ago, looking for some kind of uniform serenity, are showing up again right at the front gate in all their vibrant and non-chalant beauty. At this time of the year, their spikes and capsules ripe, they look golden and elegant, satisfied with their accoplished task.
Non è servito cercare di reprimerle in ogni modo, escluderle dalla nostra vista nel tentativo di dimenticare che il giardino - anche il giardinetto del villino di provincia, con le sue prestese di ordine e urbanità - ha le sue radici nella campagna, negli incolti, in quelle terre di mezzo dove il prato non è più prato e pure non è ancora bosco.

There was no use in trying to get rid of them with all kinds of efforts, casting them out of our sight in order to forget that our gardens - even the very artificial looking ones that go with suburban houses and aspire to be all tidy and urban - have their roots in the countryside, in meadows, and in those uncertain areas where meadows end and woods start.

Sono tornate, trionfanti di bruni e di ori, e ci sorridono con la loro capacità di catturare e restituirci la luce del sole. Sembra che dicano, non preoccupatevi più di noi, lasciateci in un angolo del giardino, indisturbate, e sapremo stupirvi con lo spettacolo dei nostri colori, l'eleganza del nostro portamento, il profumo di un altro tempo e i nostri canti nel vento...

They came back, triumphant with their shades of gold and brown, and smiling back to us with their unique way of catching and reflecting the light of the sun. It seems they're telling us: do not bother about us anymore, leave us alone in a corner of the garden and we will not fail to delight you with the show of our colours, the elegance of our stance, our fragrance from a distant past and our songs in the wind...
Queste immagini sono state scattate in piena città a Londra, nel giardino pubblico di Bonnington Sq. Garden. Si tratta di un altro giardino di quartiere nato per volontà degli abitanti della zona all'inizio degli anni '90, e a tutt'oggi curato e animato dall'impegno di alcuni di loro riunitisi in una Associazione.

These pictures were taken in the town of London, in the public garden of Bonnington Sq. This is another example of co-gardening and the story of a garden that was born because of local people wanting it and now attending to it.

La via dei fiori


The borders are mixed, not herbaceous. I see no point in segregating plants of different habit or habits. They can all help one another. So you'll see shrubs, climbers, hardy and tender perennials, annuals and biennials, all growing together and contributing to the overall tapestry.

It is my belief that no gaps, showing bare earth, should be visible form late May on, apart from the most recent replacement plantings. The effect should be of a closely woven tapestry. I do not at all mind bringing some tall plants to the border's front, so long as an open texture allows the eye to see past them. Conversely, channels of low growth can be allowed, at times, to run to the back of the border.

For all the work that goes into it, I want the border to look exuberant and uncontrived. Self-sowers, like verbascums and Verbena bonariensis, help towards this. (Christopher Lloyd)

Le bordure sono miste, non soltanto erbacee. Non vedo alcuna ragione nel segregare piante di diversi ordini o portamento. Insieme possono aiutarsi le une con le altre. Quindi vedrete arbusti, rampicanti, perenni rustiche e sensibili, annuali e biennali, crescere tutte quante insieme e contribuire all'effetto generale.

Ho la ferma convinzione che, da maggio in poi, non dovrebbero esserci "buchi" che lascino vedere la terra scoperta, a parte le piante appena messe a dimoraper sostituirne altre. L'effetto dovrebbe essere quello di un arazzo fittamente intessuto. Non mi preoccupa assolutamente p
ortare alcune piante alte nella parte frontale della bordura, fintanto che il loro portamento aperto consenta allo sguardo di pasarci attraverso. Allo stesso modo, in alcuni casi, è possibile lasciar penetrare dei tunnel di crescita bassa fino al fondo della bordura.

Con tutta la fatica che mi costa, ci tengo che la bordura si presenti spumeggiante e libera. Alcune piante che si autodisseminano, come il tasso barbasso e la
Verbena bonariensis contribuiscono a questo effetto.

(Crhistopher Lloyd)

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Da queste affermazioni ricaviamo alcuni suggerimenti che sono estremamente utili. Uno, è possibile sperimentare in giardino, come nella vita, soluzioni alternative a quelle più ovvie, dettate dalle Accademie o dalle consuetudini, e stare a vedere che cosa succede. Per fare questo è necessario assumersi la responsabilità di quello che stiamo facendo, avere un minimo di visione di come potranno andare le cose e amare il rischio.

Due, le piante in generale amano stare in compagnia e stanno meglio, anche in giardino, crescendo le une accanto alle altre in gruppi di specie affini per esigenze ambientali e disposte in modo da proteggersi a vicenda e creare microambienti favorevoli per la crescita di ciascuna.

Tre, le erbe che si autodisseminano, siano esse specie spontanee o varietà ornamentali, possono esserci d'aiuto nel tenere coperto il terreno - la cui superficie, come avviene in condizioni normali in natura, non dovrebbe mai
essere nuda ed esposta ai raggi solari e altri agenti agtmosferici, piogge, venti, che ne causano l'erosione e il dilavamento delle sostanze nutrienti - nel darci informazioni preziose su cosa come e quando cresce meglio nel nostro giardino e nell'offrire protezione e nutrimento alla microfauna selvatica, contribuendo così all'equilibrio generale. Inoltre, come suggerisce Mr Christopher Lloyd, possono offrirci insaspettati effetti ornamentali.

lunedì 30 agosto 2010

There is a fountain inside you

Don't look for it outside yourself.
You are the source of milk. Don't milk others!

There is a milk fountain inside you.
Don't walk around with an empty bucket.

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Non cercarla fuori di te.
Sei una sorgente di latte. Non spremere gli altri

C'è una fontana di latte dentro di te.
Non andartene in giro con un secchio vuoto.

(Jelaluddin Balkhi, 1207-1273)

martedì 24 agosto 2010

Sentieri

ci sono quelli lineari, che partono da un punto e ci conducono a una destinazione certa.

there are straight paths that start from somewhere and lead us to an appointed destination.





ci sono quelli che vanno curvi dove meno te lo aspetti.

there are winding ones that take us to places we could never guess.






ci sono quelli che ti mettono dinnanzi a una scelta.

there are some that confront us with a choice.






quelli che finiscono a un certo punto e dove non potrai che fermarti per ripartire in seguito.

those that end there, where we can not help but stop in order to start again later on.




ci sono quelli che ti spingono ad andare oltre...

there are some that invite us to go beyond...






e ci sono quelli che percorriamo in altre dimensioni.

and there are those we tread on in other dimensions.
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